Secondo la nostra Regola di Vita come Apostole della Vita Interiore, siamo chiamate a pregare il Rosario ogni giorno. Per più di venti anni, dunque, è stato così anche per me, ma l’esperienza di tale preghiera e il suo frutto sono certamente cambiati lungo gli anni. Per il meglio.
Nella mia esperienza e in quella di varie persone con cui ho parlato, il rosario può essere una preghiera difficile. Può infatti sembrare una semplice ripetizione di parole, con la mente che vaga distratta. Per alcuni è difficile cogliere la connessione tra l’andare da Maria e il pregare Gesù e il rosario può apparire una ‘deviazione di percorso’.
Se guardo indietro, all’inizio della mia vita consacrata in comunità, posso riconoscere già allora la presenza di due grandi desideri: crescere nella preghiera così da vivere alla presenza del Signore tutto il giorno e crescere nella mia relazione con Maria.
Nel tempo sono giunta a cogliere che quei desideri sono profondamenti legati tra di loro e ora li vedo come la chiave per comprendere la preghiera del rosario. La gente si volge alla preghiera per varie ragioni, che vanno dalla paura e dal bisogno, fino alle domande e ai desideri. La motivazione in fondo al cuore, però, è in realtà il desiderio innato di essere in relazione con Dio. Siamo stati creati per questo. Vogliamo conoscerlo ed essere conosciuti da lui, vogliamo vivere la vita con lui che è l’autore della nostra vita e del suo senso.
Quando sperimentiamo la preghiera solo come un dovere da compiere o come uno sforzo mentale per produrre grandi pensieri o come frustrazione perché non abbiamo dei sentimenti che siano abbastanza belli, sentiamo che qualcosa che non va.
La preghiera infatti è un incontro del nostro cuore con il cuore di Gesù, un incontro profondo, genuino, personale tra chi siamo noi veramente e chi è lui veramente. Quando questo è il caso, seppur nel mezzo di difficoltà e lotte, la preghiera soddisfa la sete del cuore.
Un tale incontro, però, è il frutto di un cammino. La preghiera si impara. Gli stessi Apostoli, quando videro Gesù in dialogo con il Padre gli dissero: “Insegnaci a pregare!”
Spesso muoviamo i primi passi da bambini, con qualcuno che ci insegna come parlare al Signore. Le mamme sono di solito quelle che lo fanno.
Come madre spirituale è per me una grande gioia vedere qualcuno che si apre alla relazione con Dio ed entra in un dialogo vero e amorevole con lui.
La buona notizia è che Dio Padre ci ha dato una Madre perfetta, il cui cuore è unito a quello di Gesù più di ogni altro essere umano. Maria lo conosce ed è conosciuta da lui. Ella condivide il desiderio del suo cuore per noi, cioè il volerci condurre a quell’incontro personale e ricco di vita con il nostro Signore e Salvatore.
Maria, nostra Madre, ci accompagna nella preghiera fin dai primi esitanti passi, tenendoci per mano e conducendoci più vicini a Gesù. Ella conosce le vie della perfezione e, man mano che cresciamo, sa cosa darci per renderci più forti e sicuri nel nostro atto di abbandono nelle mani di suo Figlio.
E mentre compie questa missione, il nostro sguardo non è tanto su di lei quanto piuttosto su Gesù e il Padre, che lei non si stanca mai di indicarci.
Senza questa Madre che ci insegna e ci accompagna, tutto il processo di crescita sarebbe più lento, più esposto a pericoli ed illusioni, e davvero diverrebbe una lunga ‘deviazione di percorso’.
Ad un certo punto durante questi quasi venticinque anni di vita consacrata, quei due desideri di cui parlavo si sono incontrati. E’ stato un momento di grazia e di luce, accaduto mentre pregavo il rosario.
E’ stata un’esperienza nuova dell’essere presa per mano da Maria per camminare con lei nelle scene della vita di Cristo proposte dai misteri del rosario. Non si trattava più di una semplice ripetizione di parole. Quelle Ave Maria stavano creando lo spazio per un incontro con Gesù, vivo e presente a me, in quel momento, attraverso i misteri.
Da allora questa preghiera non è più stata la stessa per me. I sentimenti che la accomapagnano non sono sempre presenti in quella maniera, ma ogni volta che prendo in mano il rosario so che sto stringendo la mano di mia Madre e mi piace chiederle, prima di entrare nella meditazione di quel mistero, che cosa vorrebbe che io vedessi e ricevessi lì. Le chiedo anche che il mio cuore sia aperto all’incontro e che possa uscirne cambiato. Il rosario ci insegna la recettività semplice della Madonna. Quando con umiltà bussiamo, cerchiamo e chiediamo, riceviamo la grazia necessaria per ogni giorno.
So che c’è chi si preoccupa di dover finire tutti i misteri del giorno quando prega il rosario. Vorrei incoraggiarvi a non preoccuparvi troppo. Può essere che non finiate tutti e cinque i misteri del giorno durante il vostro tempo di preghiera, ma quello che conta è che incontriate Gesù. Ci sono volte in cui arrivo solo a due o tre misteri nel mio tempo del rosario, perché mi “attardo” un po’ più a lungo in alcuni di essi.
Può essere di grande aiuto anche leggere il passo della Scrittura che si riferisce al mistero prima di pregarlo, lasciando che le parole illuminino l’immaginazione.
Può capitare che ci troviamo a portare dentro al rosario le persone per cui stiamo pregando, i loro bisogni, le loro intenzioni, i loro desideri. Forse gli Apostoli non facevano lo stesso, portando varie persone da Gesù affinché potessero incontrare il suo sguardo e il suo tocco che guarisce?
La preghiera ha sempre orizzonti vasti e quando vi entriamo non sappiamo dove saremo condotti dallo Spirito Santo. Il rosario è preghiera, ricca, bella, guidata dallo Spirito Santo e dalla sua sposa, Maria. E’ uno spazio sicuro e protetto, un’arma spirituale potente, perché Maria è il terrore del diavolo e quando preghiamo il rosario partecipiamo della vittoria del suo Cuore Immacolato.
San Giovanni Paolo II aveva, come sappiamo, una grande devozione verso Maria e pregava il rosario ogni giorno. Ha scritto una lettera apostolica molto bella, “Rosarium Virginis Mariae” che possiamo utilizzare nella nostra riflessione sulla preghiera del rosario e sulla comprensione di esso non come una semplice preghiera vocale, ma anche meditativa e perfino contemplativa.
Proposito concreto:
Oggi dedicherò del tempo a pregare almeno una decina del rosario, chiedendo una grazia speciale legata a quel o quei misteri, attraverso l’intercessione di Maria.
La meditazione di questo mese è a cura di Celestina Menin