Ogni mattina di questo ultimo anno trascorso ho inviato una breve riflessione audio ai miei contatti di WhatsApp, accompagnandola con alcuni suggerimenti pratici su come applicare il Vangelo alla vita di tutti i giorni. Questo nuovo strumento di evangelizzazione mi ha aiutata a pregare meglio e in modo più approfondito le Sacre Scritture. Un giorno, mentre preparavo una di queste meditazioni, sono rimasta colpita dal fatto che la prima domanda che gli Apostoli rivolgono a Gesù, «Maestro, dove abiti?», è molto simile alla prima domanda che Dio fece all’uomo nel Libro della Genesi: «Adamo, dove sei?». Mi ha colpito ancora di più perché Dio ha interrogato Adamo subito dopo che egli aveva peccato e si era nascosto da Lui per paura.
Riflettendo sul primo capitolo del vangelo di Giovanni mi sono imbattuta nella prima domanda che gli apostoli rivolgono a Gesù: «Maestro, dove abiti?».
Mi sorprende che proprio questa sia la prima domanda che Dio rivolge all’uomo nel libro della Genesi dopo che l’uomo ha peccato, e che per paura si è nascosto da Lui.
«Adamo dove sei?»: Dio sa benissimo dove sia Adamo; perché allora gli pone questa domanda?
Le domande che Dio pone all’uomo servono all’uomo stesso: solo rispondendo alle domande l’uomo prende coscienza di sé stesso,quindi può dare senso alla sua vita.
Dove sei? Oggi tu sei chiamato a fare il punto della situazione: Tiziana dove sei? Vivi da 53 anni; ebbene, dove sei arrivata? A che punto sei del tuo cammino? Dove stai andando?
Se Dio vuole sapere dove sei è solo perché vuole dirti che ti sta cercando o meglio che vuole che tu lo cerchi, che ha nostalgia di te, della relazione con te. Non gli importa niente di quello che hai fatto, non ti sta chiedendo il resoconto del tuo passato, ti sta invitando ad un incontro, a parlare con te, a parlarti cuore a cuore; Dio desidera l’intimità con te.
Spesso immaginiamo che non avendo alle spalle una vita integerrima non siamo degni di relazionarci con Dio. No, non è cosi: la prova è proprio questo versetto: “Adamo dove sei?”, pronunciato proprio subito dopo il peccato, subito dopo l’allontanamento dell’uomo da Lui. Dio ci vuole far capire che anche se abbiamo peccato rimaniamo sempre suoi figli, non perdiamo la nostra identità, siamo sempre fatti per relazionarci con Lui. Se vedo Dio come un giudice, automaticamente vedo me stessa come giustiziata; ma se vedo Dio come un padre, automaticamente vedo me stessa come figlia.
Allora tutta la rivelazione è un dispiegarsi di questa verità: Dio è nostro padre per sempre e noi siamo suoi figli per sempre.
Oggi fermati e chiediti: «Dove sono?» Se non ti poni la domanda non saprai neppure come procedere. Come potresti infatti programmare il navigatore se, supponendo anche che tu conoscessi la meta, non sai quale sia il punto di partenza? Difficilmente poi si conosce la meta se non si sa nemmeno da dove si parte!
Dio vuole ricordarti oggi che tu sei il suo interlocutore speciale,che ti ha voluto e che continua a volere proprio te.
Forse ancora incredulo di questo, sei tentato di domandare a tua volta: «Dove abiti?».
Sì ,dopo che hai preso coscienza che Dio ti sta cercando, dopo che hai intrasentito questa domanda rivolta a te, anche tu gli poni questa domanda «Dove abiti?».
Ma per oggi fermati a questa domanda e tenta di rispondergli con tutto il cuore: «Signore tu lo sai dove sono meglio di me. Ora io voglio continuare il mio cammino senza più lasciarti».
Subito sentirai risuonare dentro di te queste bellissime e consolanti parole:
«Se ti volti non mi vedi…neanche avanti mi vedi… io sono al tuo fianco, senza spingere né tirare, nel posto in cui ti puoi appoggiare quando perdi l’equilibrio. Di fianco, per dirti all’orecchio che ti voglio bene, per non perderti di vista neanche quando ti allontani. Di fianco per non oscurare la tua luce, per non coprire la strada che vuoi fare, per solleticarti se ti chiudi nei pensieri…e non occorre che allunghi la mano per cercare la mia, non l’ho mai mollata. E non occorre che allungo la mano per cercare la tua, è sempre stata nella mia. Abbi fede…Io ti amo.»- Gesù (Enrico Cattani).
La meditazione di questo mese è di Tiziana