Ero appena entrata in comunità ed ero colma di entusiasmo e di gioia mentre navigavo la vita quotidiana, divisa tra preghiera, tempo comunitario, turni, studio e apostolato. La chiamata di Gesù aveva toccato e trasformato il mio cuore, facendolo ardere del desiderio di donargli me stessa e di portarlo a molti altri. Non stavo davvero cercando altro perché mi sembrava di avere già tutto, ma il nostro è il Dio dell’abbondanza.
Una domenica pomeriggio, visto che c’era un po’ di tempo libero, una delle altre ragazze in formazione ed io decidemmo di andare a fare una passeggiata e di giocare in uno dei parchi a Roma. Non ci conoscevamo molto, ma ci ritrovammo a chiacchierare, condividere e gioire del tempo insieme come se ci conoscessimo da sempre. Fu un dono inaspettato e ci rendemmo subito conto che il seme dell’amicizia era stato seminato.
Sono passati piú di venti anni e quell’amicizia, che ha visto anche tempi difficili, ha continuato a crescere e ad essere un grande sostegno nel cammino della vita consacrata e della santitá.
Invece di portarci a chiuderci al resto del mondo ha sempre fatto uscire il meglio di ciascuna, incoraggiandoci a cercare Gesú piú profondamente.
Lungo gli anni il Signore mi ha fatto dono di altre belle amicizie, sia all’interno che all’esterno della comunitá. Ciascuna di esse mi ha insegnato qualcosa su Gesú, perché attraverso di esse egli mi ha raggiunto in un modo cosí reale e potente.
Ho imparato che una vera amicizia mi porta piú in profonditá nel cuore dell’Amato. Allo stesso tempo, mentre cresco nella relazione con Gesú, vivo meglio quelle stesse amicizie. È come un bellissimo circolo di amore. Anche se siamo molto diversi (ed alcuni dei miei amici lo sono!), condividiamo lo stesso desiderio di amore, santitá e bontá.
L’amicizia è un “luogo” in cui ho ricevuto guarigione, perché ho sperimentato l’essere amata ed accettata come sono, specialmente quando non mi sento al meglio. I miei amici desiderano vedere ed amare me e non il modello di perfezione che vorrei presentare.
Con loro ho imparato a ricevere amore, ed è un dono prezioso perché il mio ruolo e la missione mi portano spesso ad essere colei che dá come madre, il che è una benedizione grande, ma non può portare ad escludere la dimensione di figlia e sorella.
L’amicizia è anche il luogo in cui ho riconosciuto i doni e carismi che il mio Padre celeste mi ha donato, cosí che li possa usare per il bene degli altri. Gli amici sono stati il luogo sicuro in cui farne esperienza. L’aver condiviso con loro quello che ricevevo nella preghiera, l’intercessione, l’incoraggiarli nelle loro difficoltá, l’amarli con l’unicitá del mio cuore, sono stati tutti doni che essi hanno accolto con gioia. Incoraggiata, ho cominciato ad osare e a condividere quei doni anche con altre persone, quelle che di volta in volta il Signore mi affida.
Lungo questo sentiero, il cuore si è allargato, fatto più spazioso e molte persone vi hanno trovato posto.
Il frutto dell’amicizia è un cuore con piú capacitá di accogliere e di amare. Ho cosí tanta gratitudine che è difficile esprimerla a parole.
L’amicizia è anche la difficile scuola della misericordia e del perdono. A causa del peccato originale e delle nostre ferite ci facciamo del male a vicenda anche se non lo vogliamo.
La libertà è una dura lezione da imparare. Io sono libera di rivolgermi ai miei amici, di amarli a seconda di come sono fatta e loro sono liberi di rispondere come desiderano. Non devono essere a mia disposizione sempre. Potrebbero attraversare un momento faticoso loro stessi, oppure essere occupati con i loro doveri. Rispettare una sana distanza porta libertá e ci consente di dipendere prima di tutto dall’Amico per eccellenza, Gesú.
Quelle stesse ferite che tutti ci portiamo e attraverso cui facciamo del male, sono usate dal Signore per portare alla luce qualcosa in noi che egli vuole mostrarci e guarire. L’altro mi ferisce, ma la mia reazione dipende anche da me, da qualcosa in me che ha bisogno di essere toccato e sanato. Siamo strumenti di amore e guarigione gli uni per gli altri in modi anche inaspettati!
Attraverso quelle dolorose esperienze ho visto concretamente la potenza della misericordia e del perdono. Ogni decisione di rispondere con amore ha avuto un potente effetto di trasformazione nei nostri cuori. Sono diventati piú vulnerabili, che, come la parola suggerisce, significa piú aperti ad essere feriti (vulnera in latino significa ferite).
È un pensiero che fa paura, ma in pratica significa avere un cuore di carne invece che di pietra, un cuore come quello di Gesú. Egli è stato trafitto, ma dal suo cuore ferito è uscito, scorrendo, l’amore.
Quando siamo nel suo abbraccio non c’è ferita che possa davvero farci un male irreversibile. Al contrario, quella trafittura ha il potenziale di farci crescere nell’amore.
In questi anni ho visto che l’esperienza e l’apprezzamento dell’amiciza non è cresciuto solo in me, ma anche nella mia comunitá. La teniamo cara, la desideriamo e gioiamo del fatto che sia parte della nostra spiritualitá, condivisa adesso anche da molte persone che fanno parte del nostro movimento laico. È davvero una caratteristica del nostro carisma, al cui cuore c’è la relazione personale, prima di tutto con il Signore e poi, come conseguenza, con gli altri.
Quando ci ritroviamo, sia in gruppo che a tu per tu, riconosciamo lo stesso desiderio di coltivare buone relazioni, di conoscerci e di camminare insieme verso la Casa del Padre.
È un modo molto concreto di ricordare che non possiamo farcela da soli. Siamo il Corpo Mistico di Cristo, uniti come tralci con la vite e nella vite.
Vieni, Spirito Santo, Spirito di Amicizia, riempi e unisci i nostril cuori, aprendoli ai doni abbondanti del Padre attraverso il Figlio. Concedici buone amicizie, Signore, e custodisci nel tuo cuore quelle che abbiamo giá, affinchè possano sempre essere conformi alla tua volontá.
Proposito concreto:
Questo mese renderò grazie al Signore per le amicizie che mi ha donato, cercando di viverle sempre di più nel suo cuore. Se ci sono state ferite, chiederò la grazia di vivere la misericordia e il perdono. Se sento la mancanza di vere amicizie, chiederò il dono di riceverle dalle sue mani e di avere un cuore vulnerabile per accoglierle.
La meditazione di aprile è a cura di Celestina Menin