Dalle lodi di oggi (domenica della III settimana): «Dice il Signore Dio: Ecco io apro i vostri sepolcri, vi risuscito dalle vostre tombe, o popolo mio, e vi riconduco nel paese d’Israele. Riconoscerete che io sono il Signore, quando aprirò le vostre tombe e vi risusciterò dai vostri sepolcri, o popolo mio» (Ezechiele 37).
Io apro il tuo sepolcro.
Sì, lo apro. Apro e scopro tutto ciò che attende redenzione in quella tomba.
L’odore della tua umanità. Gli stracci di un amore non sempre compiuto. Le tue ossa secche e dure. La polvere della fatica quotidiana.
Non ho paura del tuo sepolcro. Sono disposto ad affrontare questo luogo che allontana tutti gli altri (perché chi vuole sentire quella puzza?).
E io non apro soltanto, ma entro. Sì, entro accanto a te. Anzi, per dire il vero l’ho già fatto; forse ti sei dimenticato. Mi sono sdraiato accanto a te fra gli stracci e la polvere. Le mie ossa accanto alle tue. La mia pelle che sfiora la tua. Ti ho abbracciato in quella tomba.
Ti ho abbracciato, e ti ho baciato pure. Baciato con il mio Spirito.
«Farò entrare in voi il mio spirito e rivivrete».
Per condividere il respiro bisogna baciarsi. Il tuo spirito era fiacco, spento. Allora ti ho baciato, e ti sei ricordato.
Ti sei ricordato. Che l’amore è più forte della morte. E sì, ti amo.
Ti amo.