Posted On 07/11/2021

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by Francesca Di Leone

Bellezza: sentiero privilegiato per incontrare Dio

Ci sono tanti modi per incontrare Dio…la fantasia di Dio è davvero infinita!!
Per es. alcuni vengono colpiti dal Vangelo per la sua Verità, altri vedendo persone buone e azioni buone si convertono.
Giovanni Paolo II ha indicato la via della bellezza come itinerario privilegiato per la nuova evangelizzazione.
Viviamo, infatti, nell’epoca della dittatura del relativismo e quindi una riflessione sulla verità e bontà dell’essere non è molto promettente
La via del bello prevede maggiore successo.
Il bello infatti è collegato al bene e al vero ma è di più immediata percezione.
Dire che qualcosa è bello significa non solo riconoscergli una conoscibilità e bontà, ma anche una capacità di attrazione.

Il Magistero degli ultimi Pontefici ha messo in evidenza come la via della bellezza possa portare avanti l’annuncio del Vangelo. Nel 2006 il Pontificio Consiglio della cultura ha pubblicato un documento significativo a riguardo: “Via pulchritudinis, cammino privilegiato di evangelizzazione e di dialogo”.
L’uomo viene colpito dalla bellezza perché è la prima cosa che gli si manifesta e partendo da essa coglie anche la verità e bontà delle cose.

lo scrittore russo F. Dostoevskij ripeteva : “Sicuramente non possiamo vivere senza pane, ma anche esistere senza bellezza è impossibile”, ed ancora “Bellezza è più che estetica; possiede una dimensione etica e religiosa”. Lui vedeva in Gesù un seminatore di bellezza.
Papa Francesco ha dato speciale importanza alla trasmissione della fede cristiana proprio attraverso la “via pulchritudinis” (la via della Bellezza).
Non basta che il messaggio sia buono e giusto. Deve essere anche “bello”: solo così arriva al cuore e suscita l’amore che attrae.
Il Papa insiste nel dire che è importante che ogni catechesi presti una speciale attenzione alla “via della bellezza”. Tutte le espressioni di autentica bellezza possono essere riconosciute come un sentiero che aiuta a incontrarsi con il Signore Gesù.
Ma in pratica come posso io pregare davanti a una bellezza della natura o di un’opera d’arte?
Per prima cosa scelgo la bellezza che voglio contemplare, invoco lo Spirito Santo, cerco qualche presentazione dell’opera, ascolto un brano della Bibbia legato all’opera, mi immagino di essere presente nella scena descritta, colloquio con i vari personaggi, osservo bene i particolari dell’opera, cerco il significato di gesti, simboli e segni presenti di fronte a me. Mi soffermo su un particolare che cattura la mia attenzione…
Tutto questo piano piano diventa preghiera. La preghiera, infatti, ha un aspetto intellettivo e uno affettivo.
Sento che il mio spirito si eleva a contemplare Dio.
È interessante che in greco la parola estetica significa sensazione. Dunque io faccio esperienza del bello quando mi faccio raggiungere dalle sensazioni che provo di fronte ad esso. Viceversa mi privo di questa esperienza quando vivo anestetizzato, incapace cioè di farmi interpellare dal bello.
Osservare, comprendere, dialogare con un’opera d’arte richiede tempo.
Mettiti dunque in una posizione comoda e continua a guardare l’opera nel suo complesso e poi ancora osserva i particolari…raccogli un primo messaggio per te, fatti coinvolgere da quello che vedi.
Più guardi, scruti, penetri nella considerazione dei particolari dell’opera d’arte, più riceverai spunti per la tua vita attraverso cose che non avevi notato prima anche se quell’opera d’arte l’avevi vista tante volte.
Pensa che quanto hai davanti è stato ammirato da generazioni di persone che hanno versato lacrime e scritto innumerevoli pensieri a riguardo.
Sentiti in relazione con Dio ma anche con queste persone. .riposati contemplando e rallegra il tuo spirito. Dopo aver speso un tempo congruo con questa immagine rivolgi il tuo cuore a Dio, suprema bellezza, il solo che può fare sì che qualcosa sia bello.
Non tornare alla tua routine quotidiana senza proporti un passo concreto che testimoni del tuo particolare incontro con Dio.
Ad es se un quadro ti parla di gioia, fai il proposito di almeno non rattristare nessuno e possibilmente di portare gioia a chiunque Dio ti metterà quel giorno sul tuo cammino. Ieri, in un incontro di Catechesi abbiamo pregato davanti alla scultura della Pietà di Michelangelo. Abbiamo seguito questo schema con in più una breve presentazione dell’autore e del significato che rivestiva la cosiddetta “pietà” al suo tempo.

La condivisione ci ha molto arricchiti.
Ad es non avevamo mai notato l’altezza poco verosimile di Maria (se fosse in piedi raggiungerebbe ben 2 mt) che, come ogni elemento della scultura, ha un preciso significato teologico.
La sua serenità basata su una fede incrollabile, fa sì che Maria abbia gli occhi quasi chiusi perché non ha bisogno di vedere con gli occhi. Maria è dritta con la schiena ed è capace di sostenere praticamente con un solo braccio il cadavere del figlio. Gesù poi, lungi dal sembrare morto, è perfettamente pulito, ha le piaghe delle mani e dei piedi quasi chiuse ed è pronto a risorgere.
Le gambe di Maria sono possenti e ferme, Maria non stringe il suo Gesù a sè come le mamme possessive, ma la sua mano aperta ci fa capire che lei ha ricevuto Gesù e pur continuando ad amarlo e a tenerlo sulle ginocchia ce lo offre.
Le dita della mano sinistra sembrano abbozzare la sue fede nelle due nature del Cristo e nella SS Trinità, fede che si riassume tutta nell’attendere con gioia (anche se ancora nel dolore) la Resurrezione di suo Figlio.
.La sua giovane età manifesta la sua purezza e la sua appartenenza al mondo celeste. Che bello riposare cullati da Maria ed esortati a non indugiare nel pensiero della morte.
Siamo tornati a casa più forti nella fede e più determinati a trasmetterla proprio secondo questa modalità.
Roma ben si presta a questo scopo…siamo pieni di opere d’arte che confermano Roma “caput mundi” e città eterna.

Diceva Feurbach che l’uomo è ciò che mangia…..di cosa ci nutriamo noi? Quale è il cibo che diamo all’anima? Con quali pensieri e desideri riempiamo la nostra mente? Che cosa guardi, cosa leggi, cosa ascolti? Se la tua vita mira al piacere, al successo, ai soldi… Stai avvelenando la tua anima…
Ogni cosa può essere vista o solo nella sua materialità, come oggetto da strumentalizzare e dominare con la tecnologia, oppure, come epifania di Dio, cioè manifestazione della sua perfezione e bellezza.
Se osservi ciò che ti circonda con meraviglia, se percepisci che dietro tutto ciò che è, c’è un di più che ti sfugge, allora stai nutrendo la tua anima di vero cibo!!
Ti accorgerai allora che il contemplare la bellezza ti rende bello/a….

La meditazione di questo mese è di Tiziana Mazzei

 

 

 

 

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