Posted On 11/05/2015

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by Ruth Kuefler

Dolci Memorie

«Come posso sapere di non aver fallito come genitore? I miei figli hanno lasciato la Chiesa, e sembrano allontanarsi da tutto ciò che come genitori gli avevamo insegnato».

Quante volte ho sentito questa lamentela, questo grido ansioso da parte di uomini e donne di profonda fede, che non riescono a darsi pace perché i loro figli hanno abbandonato la pratica dei sacramenti.

Certamente si tratta di una preoccupazione legittima, una di quelle che ci riguarda un po’ tutti, o perché i nostri stessi figli hanno abbandonato la pratica di una vita Cristiana, o perché abbiamo amici o familiari che lo hanno fatto.

Mi domando se questo è quello che provarono i genitori di Jessica e Katie pensando alle loro figlie. Queste due donne non si erano mai conosciute, ma entrambe, seppur in modi diversi, si erano allontanate da una buona educazione cristiana. Katie, studentessa universitaria, si era trovata incinta fuori del matrimonio; Jessica, ostetrica, aveva lasciato la pratica dei sacramenti e viveva di conseguenza.

Permettimi di condividerti come Dio davvero scrisse diritto su righe storte, usando l’errore dell’una per riportare a Sé l’altra.

Katie mi avvicinò il giorno stesso che ero tornata al campus dopo il periodo estivo, e mi aprì il cuore condividendomi le sue paure di essere rimasta incinta dopo neanche pochi mesi che si era messa insieme al ragazzo. Avendo già camminato con lei in un percorso di direzione spirituale l’anno precedente, conoscevo bene il suo cuore, e percepivo quanto la sua ansia fosse profonda. Al tempo stesso vedevo il suo desiderio incontestabile di tenere il bambino e di amarlo qualunque cosa il futuro le avesse riservato.

Quando il tempo del parto si avvicinò, mi chiese se potevo essere presente alla nascita del bambino per offrirle sostegno morale e spirituale. Così mi trovai in ospedale accanto al suo letto a tenerle la mano, mentre il suo ragazzo, dall’altro lato del letto, cercava di fare il suo meglio per aiutare.

Cominciai a pregare a voce alta per Katie, tenendo il Rosario nella mano e alternando la preghiera al canto di alcune Ave Marie e di altri canti mariani in italiano. L’atmosfera era davvero surreale, lei così coraggiosa e in pace durante il parto, mentre respirava al ritmo della preghiera cantata. Una bellissima bambina venne al mondo quella notte, e il Signore benedisse abbondantemente Katie e il suo ragazzo che alla fine si sposarono e sono ora genitori orgogliosi di tre bellissimi bambini.

Nel frattempo, a mia totale insaputa, lo Spirito Santo stava lavorando nel cuore di Jessica. Ma trascorse del tempo ed io fui spostata ad un altro campus universitario.

Passarono quattro anni, quando, un giorno controllando la mia posta elettronica, trovai un e-mail intitolato “Dolci Memorie”, da un mittente di cui non riconoscevo il nome. Questo era il contenuto del messaggio:

Buon giorno, Sorella,

Non so se potrà ricordarsi di me. Sono l’ostetrica che fu presente al parto di Katie. Nella mia carriera ho assistito a 600 parti e ho aiutato come infermiera durante i travagli per centinaia di altri parti ancora. Ma quello di Katie non potrò mai dimenticarlo e la sua preghiera costante (le Ave Maria in italiano), e la forza silenziosa di Katie, sono due delle ragioni per cui è stato così incredibilmente speciale. Sono rimasta davvero colpita da quella esperienza e mi sono sentita benedetta di poter essere stata presente. È stato uno dei parti più sereni a cui abbia mai assistito.

A quel tempo non praticavo la mia fede cattolica, ma sono orgogliosa di farle sapere che ho ritrovato la strada per tornare e l’ho abbracciata! Ancora mi domando come abbia fatto ad allontanarmi così tanto, ma sono contenta che le preghiere di mia madre, di mia nonna e di altri mi abbiano riportato a casa. Prego regolarmente il Rosario e sto imparando tutto quello che posso della mia fede.

Spero che tutto vada bene per lei. Volevo solo farle sapere che ha un posto speciale nel mio cuore.

Jessica

Certamente non avevo dimenticato quell’esperienza incredibile e l’e-mail di Jessica mi fece cadere in ginocchio in ringraziamento per come Dio aveva usato una situazione chiaramente problematica (una brava studentessa cattolica incinta fuori del matrimonio) per aiutare la conversione di una donna che aveva lasciato la fede. E fui anche molto felice di leggere che Jessica avesse attribuito il suo ritorno alla fede alle preghiere di sua madre e di sua nonna.

Ogni volta che ora incontro qualcuno che dubita che le sue preghiere per la conversione di qualcun altro possano davvero aiutare, condivido con loro la storia di Katie e di Jessica. Magari potranno passare anni di preghiera e sacrifici quotidiani per i nostri cari; ma stai sicuro che neanche una di queste suppliche rimane inascoltata. Il Signore è sempre a lavoro, mandando ispirazioni nei cuori e nelle menti dei suoi figli. Abbiamo fiducia nella sua Sapienza e nella sua tempistica! Facciamo tutto ciò che possiamo per testimoniare la nostra fede, per offrire ad altri l’ispirazione per cercare il Signore. E poi, mettiamo il nostro cuore in pace, sapendo che «Egli dona ai suoi amici nel sonno» (Salmo 127). Continua a seminare, e lascia al Signore di coltivare.

Proposito Concreto:

Pensa ad una persona nella tua vita per cui è da tanto tempo che preghi perché ritorni alla fede. Chiedi al Signore di darti la grazia oggi di affidare questa persona completamente alla sua misericordia. Prega anche che Egli possa mettere nel suo cammino qualcuno che gli testimoni la gioia della fede.

La meditazione di questo mese è di Raffaella.

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