“Lui é il gatto e io la volpe, … di noi ti puoi fidar!”
E Pinocchio, seguendo il loro consiglio, sotterra le monete, sperando che cresca un albero di monete. Lo stratagemma funziona e i due furfanti si accaparrano il bottino.
E chi sono i fedeli che confidano?
Dona ai tuoi fedeli
Che solo in te confidano
I tuoi santi doni
Perché confidiamo in qualcuno e non in qualcun altro? Perché ci fidiamo di certi messaggi e non di altri? Quali inviti potremmo ricevere? Faremmo tutte queste cose? Dipende! Vediamo, da chi vengono?
1. Dai, andiamo a fare i compiti. Poi giochiamo. (da tua mamma)
2. Mandami la tua foto, ti farò diventare famoso! (da uno che ti contatta sui socials)
3. Buttati dal balcone del terzo piano, ti prendo io! (dal pompiere)
4. Mangia anche tu le “croccanti patatine frittissime”. (da una pubblicità)
5. Vieni con me a fare una gita in montagna? (da un amico)
Andiamo avanti: chi ci guadagna se seguiamo quei consigli?
1. Compiti. Giochiamo. (mamma). Se tu accetti, lei è contenta per te, perché tu impari e sei felice.
2. Famoso! (socials). Se tu accetti, lui ci guadagna soldi e tu forse guadagni “likes”.
3. Terzo piano. (pompiere). Se lo fai, lui non guadagna nulla, ma se va bene è contento, e se va bene tu ti salvi la vita.
4. “Croccanti patatine”. (pubblicità). Se le compri lui fa un affare e tu te le sgranocchi con piacere.
5. Gita. (amico). Se accetti lui godrà la tua amicizia e compagnia e insieme assaporerete l’avventura e la pace nella natura.
Chi invece rischia o ci perde qualcosa a fare o accettare queste proposte?
1. Compiti. Giochiamo. (mamma). Lei rischia di vedere la tua bella faccia scocciata e le tue lamentele e perde un po’ di tempo con te. Tu probabilmente ti annoierai e ti dovrai impegnare.
2. Famoso! (socials). Lui non ci perde niente. Tu rischi che sia un imbroglio.
3. Terzo piano. (pompiere). Lui rischia la sua vita ad avvicinarsi all’incendio e tu rischi la vita in ogni caso.
4. “Croccanti patatine”. (pubblicità). Lui non rischia niente, tu rischi un mal di fegato.
5. Gita. (amico). Lui rischia il tuo rifiuto e tu di dover fare una levataccia. Entrambi farete fatica camminando in salita.
Esempi banali, che ci offrono dei criteri per decidere se fidarci o meno. Spesso un dono fatto con amore è costato sangue e sudore e comporta fatica per chi lo accetta. Spesso è seguito da una soddisfazione più profonda e duratura rispetto al piacere e alla gloria passeggeri, esaltati negli slogan manipolatori.
Cosa è successo agli apostoli dopo la morte di Gesù? Avevano creduto per tre anni, seguendoLo e vedendo i suoi miracoli e vivendo dei suoi insegnamenti, ma la crocifissione del Signore li aveva sconvolti. Gesù non aveva nascosto loro che sarebbe morto e poi risorto, ma adesso, soli e spaventati, non erano sicuri di come tutto ciò sarebbe potuto avvenire. Gesù apparve vivo alla Maddalena, che lo raccontò agli apostoli, ma questi ancora stentavano a credere.
La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: “Pace a voi!”. Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: “Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi”. (Gv 20, 19-23).
Questa è la dinamica della fede: riceviamo un invito e una promessa dal Signore, ma temiamo di rischiare. Ne parliamo con Lui e decidiamo di fare un piccolo passo finché vediamo che effettivamente (in modi inaspettati) la promessa viene mantenuta; a quel punto crediamo in Lui e ci fidiamo ancora di più delle Sue nuove promesse.
Applichiamo i criteri di prima per verificare l’affidabilità di un messaggio.
Qual è il messaggio? Abbiate pace. Vi mando. Vi do lo Spirito Santo. Perdonerete i peccati.
Da chi viene il messaggio? Da Gesù (quello che li aveva affascinati, che aveva moltiplicato i pesci e non si era tirato indietro davanti alle minacce. Quello che era morto per amore e aveva perdonato i suoi assassini).
Che cosa ci guadagnano gli Apostoli se ci credono? La pace. Il perdono.
Che cosa rischiano ad accettare? Verranno mandati anche loro come Lui.
Quanto Gli è costato fare questo dono? La morte in croce, di cui le mani e il fianco portano ancora il segno.
Che cosa ci guadagna se gli Apostoli accettano? La gioia di averli con Lui e di far sperimentare l’amore del Padre a molti altri (anche noi, duemila anni dopo!) che non trovano gusto nella vita. La gioia di condividere con i suoi amici Pietro, Giovanni e gli altri la missione di portare la libertà ai prigionieri del peccato, a chi è dipende dalla pornografia o schiavo del lavoro e a tutti i poveretti che hanno tanto bisogno di Lui, fino a Roma, in India e chissà dove!
Il Signore è stato fedele alla Sua promessa ed è risorto, ci ha amati per primo pagando con la vita, e gli Apostoli ora sono pronti a dire un altro sì. Proprio uno di loro spiegherà perché Dio è degno di fiducia: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati (1 Gv 4,10).
Dona ai tuoi fedeli
Che solo in te confidano
I tuoi santi doni
Possiamo anche noi essere chiamati fedeli dello Spirito Santo? Vogliamo rischiare di confidare solo in Lui?
Lo Spirito Santo è lo Spirito di Gesù, che Lui ha voluto donarci quando, chinato il capo, consegnò lo spirito. (Gv 19,30).
Sappiamo con certezza dove lo Spirito Santo agisce ed è presente.
• E’ Lui che ispira la Chiesa e i suoi insegnamenti.
• Lo Spirito è vivo nella Parola di Dio.
• E’ lo Spirito Santo che rende i Sacramenti efficaci:
o Detto questo, Gesù soffiò e disse loro: “Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati”. (Cfr. di nuovo Gv 20, 19-23).
Attraverso l’azione dello Spirito Santo, gli Apostoli e i Sacerdoti ricevono il potere divino di perdonare i peccati, attraverso il Sacramento della Confessione.
o Veramente santo sei tu, o Padre, fonte di ogni santità. Ti preghiamo: santifica questi doni con la rugiada del tuo Spirito perché diventino per noi il corpo e † il sangue del Signore nostro Gesù Cristo. (Epiclesi della Preghiera Eucaristica II).
Queste parole che nella Messa il Sacerdote, agendo nella persona di Cristo (in persona Christi) pronuncia durante la consacrazione, chiedono al Padre lo Spirito Santo, che fà sì che il pane e il vino diventino il vero corpo e il vero sangue del Cristo vivente, con Cui poi potremo poco dopo fare Comunione.
Proposito concreto
• Il Signore mi sta chiedendo qualcosa che richiede affidamento? Tipo di buttarmi dal terzo piano mentre la mia casa va a fuoco? Scrivo di che cosa si tratta. Ripercorro in preghiera i momenti in cui il Signore si è dimostrato affidabile e mi ha sorpreso intervenendo nella mia vita in modi meravigliosi. Ne scrivo almeno tre. Lo supplico di aiutarmi a fidarmi della sua voce: “Ti prendo io!” e di provare a lanciarmi sapendo di atterrare nelle sue braccia.
• Mi fido di Gesù e dello Spirito Santo, ma non che lo Spirito agisca in cose che a me sembrano “troppo umane”? Chiedo al Signore la libertà di rendermi conto se ho delle resistenze quando un insegnamento della Chiesa mi sembra scomodo, quando una promessa del Vangelo è bella ma impossibile, quando ricevo un’ispirazione contro corrente, quando Gesù mi invita a Messa o a confessarmi. Mi chiedo: da dove viene la proposta “difficile”? Chi ci guadagna e chi ci perde? Scelgo una delle cose sottolineate. Confido nello Spirito Santo e lascio che mi accompagni a metterla in pratica entro la fine del mese. Poi ascolto cosa germoglia nel mio cuore.
La meditazione di questo mese è a cura di Clara Remartini.