Posted On 06/11/2023

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by AVI Admin

HAI SCRITTO LA LETTERA A BABBO NATALE?

“È già Novembre, Luca, vuoi scrivere la lettera a Babbo Natale ?”, dice la mamma dalla cucina. Dalla cameretta arriva la risposta entusiasta “Sì!”. È il momento tanto atteso da ogni bambino per dare finalmente sfogo a tutti i desideri.

Caro Babbo Natale, sono Luca, ho 10 anni, anche quest’anno sono stato buono, per questo ti chiedo:
– Lego Super Mario 71360
– Il Risiko per bambini
– Le scarpe da tennis sneakers, quelle rosse e nere
– Una bicicletta nuova (perché sono diventato grande e la mia la lascio al mio fratellino)
– ….

Chi da bambino non ha scritto con attenzione e dovizia di particolari la lista di regali da trovare, sotto l’albero, la mattina del 25 dicembre? Quando si è bambini si sa cosa chiedere. I desideri sono chiari e semplici. Da adulti forse è diverso. O ci si censura, sapendo di non potersi permettere tutto ciò che si vorrebbe!

E nella vita spirituale? Sappiamo chiedere? Osiamo farlo? San Paolo, nella lettera ai Romani scrive:

“Lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché nemmeno sappiamo che cosa sia conveniente domandare” (Rm 8:26)

Già, che cosa domandare? E, prima ancora, perché chiedere al Signore? Forse che Dio non sa ciò di cui abbiamo bisogno? È magari distratto? Al contrario! Infatti dice: “Chiedete e vi sarà dato” (Mt. 7,7). Gesù invita a farlo, persino quando la risposta sembrerebbe ovvia: Bartimeo era un uomo cieco eppure Gesù gli chiede: “Che cosa vuoi che io faccia per te?” (Mc 10,51). Dai, Gesù, cosa vuoi che desideri un cieco?!

In realtà, il chiedere non è importante per Dio ma per noi. L’esperienza del chiedere è fondamentale nella fede e nella preghiera, perché ci pone nella prospettiva giusta, ci fa vivere la nostra identità di figli davanti al Padre, creature alla Presenza di Colui che ci ama, ci ha donato la vita e sé stesso. Nel chiedere, poi, lasciamo un po’ da parte la nostra pretesa di autonomia e autosufficienza e ci disponiamo meglio a ricevere. Gesù, uomo-Dio, ci dà un esempio. Incontrando la donna Samaritana, inizia la conversazione chiedendole dell’acqua. Lui, che aveva tutto da dare – “l’acqua che io gli darò diventerà una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna” (Gv. 4,14) – fa il passo di chiedere, spiazzando completamente la sua interlocutrice. Non è una richiesta difficile, di per sé: prendere l’acqua dal pozzo era certamente alla portata della donna. Ma il porre la domanda rompe tutti gli schemi e i costumi del tempo aprendo così a un dialogo che si rivelerà trasformante.

Che cosa dunque chiedere? Luca voleva i giocattoli più recenti, per divertirsi. Io che cosa chiedo?
Ci viene in aiuto la Sequenza allo Spirito Santo, su cui stiamo meditando quest’anno, che si conclude così: Dona virtù e premio, dona morte santa, dona gioia eterna. Lo Spirito Santo ci aiuta a chiedere ciò di cui realmente abbiamo bisogno. Non ci sfugga anzitutto la parola chiave che introduce ciascuna di queste richieste: non si dice “dammi” ma piuttosto dona. Siamo nella logica del dono che apre poi alla gratitudine: in questo contesto si riceve, non si esige; si spera ma ci si apre a ricevere senza pretese.

Chiediamo Virtù e premio, cioè una vita armonica, di equilibrio nella relazione con Dio, noi stessi, gli altri, il creato e il mondo attorno a noi. Il “premio” è il frutto, il risultato di un cammino di crescita che tutti siamo chiamati a fare nella vita. In natura i frutti giungono a maturazione attraverso un percorso di coltivazione, di cura e di crescita: una volta pronti, si raccolgono semplicemente, senza eccessivo sforzo.

Chiediamo Virtù e premio: prova a trasformare questa richiesta in preghiera.

Signore per la mia relazione con Te, con me stesso e con gli altri, il creato e il mondo attorno a me, ti chiedo oggi la grazia di …(completa tu per meglio esprimere ciò che è nel tuo cuore adesso)

Chiediamo Morte santa, cioè il compimento del nostro cammino terreno perché ci porti alla vita con Dio per sempre. Sappiamo tutti che verrà: pur non conoscendone né il giorno né l’ora (Mt. 25,13), siamo certi del suo avvicinarsi. Invece di spaventarci o cercare di allontarne il pensiero, ne assumiamo consapevolezza e preghiamo che sia Santa. Ovvero che appartenga a Dio e a Lui conduca. Sappiamo di non essere soli ma che Lui è con noi sempre (Mt 28,20) e anche Maria, a cui chiediamo, in ogni Ave Maria: “Prega per noi peccatori adesso e nell’ora della nostra morte”.

Chiediamo Morte santa: lascia che anche questa riflessione diventi preghiera:
Signore per vivere bene ogni giorno, fino all’ultimo respiro della mia vita su questa terra, ti chiedo oggi la grazia di …

Chiediamo Gioia eterna: non solo la felicità in questa vita ma la gioia dello Spirito che è pienezza di vita in Lui eternamente. Dunque è già in corso ora e non avrà mai fine: durerà per sempre. Lo disse molto bene San Giovanni Paolo II ai giovani riuniti nella Basilica vaticana agli inizi del suo pontificato: “Che meraviglioso destino! Vivere di Dio e con Dio sempre, per essere felici in eterno insieme a lui!”

Chiediamo Gioia eterna: anche in questa ultima richiesta, rivolgiti al Signore usando parole tue.

Da ultimo, come chiedere? Con fede, non nell’insicurezza o con un animo esitante, instabile, dubbioso, oscillante; come il piccolo Luca, domandiamo con fiducia filiale. Siamo dentro all’azione dello Spirito Santo, rimaniamo umili, certi di essere ascoltati, consapevoli che ciò che riceveremo sarà ciò di cui abbiamo più bisogno perché “il Padre che nutre gli uccelli del cielo, che fa crescere i gigli, veste l’erba del campo, che oggi c’è e domani verrà gettata nel forno… sa ciò di cui abbiamo bisogno” (Mt. 6,25-32).

È un chiedere che, riconoscendo il desiderio e disponendosi a riceverlo, già include anche il ringraziamento. Sai che Santa Madre Teresa chiedeva facendo una novena di “memorare ”. Tuttavia, la pregava non nove ma dieci volte: ne aggiungeva infatti una per ringraziare già per la grazia ricevuta, pur non avendola ancora sperimentata!

Come proposito concreto oggi o in questo mese possiamo scrivere una lettera a Dio. Lo facciamo come figlio/a che si rivolge con semplicità a Colui che è un Padre presente, una madre attenta, e di cui Pietro dice “egli ha cura di voi” (1 Pt 5,7).

Caro Gesù, quest’anno ti scrivo anch’io! So che ci sei e di me dici: “Tu sei prezioso/a ai miei occhi, sei degno di stima e io ti amo (Is. 43,4). Che bello sentire queste parole! Per questo, anzitutto voglio ringraziarti per….
So che mi ascolti e mi inviti a dare voce ai desideri più profondi del mio cuore, per questo ti chiedo la grazia di …
Ho fiducia in Te e so che mi doni ciò che è più necessario alla mia vita e la vera gioia…”

(L’invito è a personalizzare questa lettera scrivendola con le tue parole ma con semplicità. Successivamente, mettiti alla Sua presenza in un luogo che ti aiuti a farlo, a casa, in Chiesa, all’aperto,… e leggila al Signore. Poi inizia il tempo dell’attesa fiduciosa: vieni Santo Spirito, vieni con i tuoi doni!

La meditazione di questo mese è a cura di Elena Morcelli

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