L’immaginazione.
Una delle distrazioni più comuni nella preghiera è un’immaginazione vivida, ribelle, incontrollata. Quando siamo giovani, siamo lodati per la nostra capacità di immaginare un mondo pieno di fantasia che ci permette di giocare ed esplorare tutto ciò che non è stato ancora esplorato! Noi leggiamo libri pieni di colori, nomi, luoghi, panorami, suoni e odori che possono far diventare quell’ angolo della nostra camera un altro mondo intero.
Poi diventiamo grandi. Spesso la nostra immaginazione è sostituita da un senso pratico guidato dalla logica e in funzione dell’efficacia e questo non lascia tanto spazio per coloro che “vagano.” Quando poi un momento di preghiera tranquillo ‘apre la porta’ a tutti quelle immagini che abbiamo cercato di ignorare prima (nel nome della produttività), ci sentiamo scoraggiati; come se non fossimo stati fedeli alla preghiera.
Tuttavia, S. Ignazio di Loyola non credeva che l’immaginazione fosse contraria alla preghiera. Lui ha vissuto con un’immaginazione estremamente vivida sin da quando era ragazzino e da adulto questa è stata il fondamento degli Esercizi Spirituali che sono stati pregati da numerosi Cattolici negli ultimi cinquecento anni. Prima della sua conversione, Ignazio sognava ad occhi aperti di diventare un cavaliere capace di dare prova di sé sia nella guerra che nell’amore. Purtroppo, una grave ferita in battaglia nel maggio del 1521 lo ha costretto a stare a letto per nove mesi. In ospedale, ha chiesto alle infermiere di portargli dei libri (desiderava i romanzi, in realtà) in modo da poter passare il tempo più velocemente. Ma gli unici due libri che le suore avevano erano sulla vita dei santi e su quella di Cristo. Con tanta resistenza, ha iniziato a leggerli e a scrivere le sue reazioni a questo nuovo genere letterario. Proprio lì in ospedale, Ignazio ha scoperto che la sua vivida immaginazione poteva portarlo più vicino a Dio. E da qui è nata la sua conversione.
- Ignazio ha inventato due metodi per pregare con la propria immaginazione. Qui parleremo del secondo:
“Il secondo metodo d’immaginazione è di metterci pienamente dentro una scena dei Vangeli. Diventiamo partecipi-osservatori e diamo spazio alla nostra immaginazione. Ad esempio, Gesù sta parlando con un uomo cieco per strada. Sentiamo il sole caldo del Mediterraneo che picchia. Si sente la polvere scombussolata dai passanti. Percepiamo i vestiti scomodi che abbiamo addosso, il sudore che scende dalla fronte, lo stomaco vuoto. Vediamo la disperazione nel volto dell’uomo cieco e sentiamo una sfumatura di speranza nel suo grido, nelle sue parole. Avvertiamo che i discepoli sono irritati. Soprattutto osserviamo Gesù, il modo in cui cammina, i Suoi gesti, il Suo sguardo, l’espressione sul Suo viso. Gli sentiamo pronunciare le parole riportate nei Vangeli. Continuiamo immaginando altre parole che Lui avrebbe potuto dire e altri gesti che avrebbe potuto compiere.” -David L. Fleming, SJ
Tenendo presente questo, ecco una guida passo per passo che potrebbe essere utile se questo metodo di preghiera ci è nuovo.
Scegli un orario. Per quanto ci è possibile, cerchiamo di organizzarci con anticipo quando preghiamo durante il giorno. Alcuni pregano meglio di prima mattina ed altri preferiscono la sera più tardi. Tu conosci meglio i tuoi orari e il tuo corpo; quando è che sei più sveglio/attivo? Potresti dedicare quel momento al Signore?
Trovi un luogo silenzioso. Se sei sveglio e attivo ma in un luogo rumoroso, pieno di distrazioni, allora è facile essere distratti. Che lo riconosciamo o meno, il nostro ambiente ha un ruolo importante nella nostra preghiera. S. Ignazio ha pure scritto dell’importanza della posizione del corpo nella preghiera: preghiamo con la mente, il cuore, l’anima e anche il nostro corpo. Se, per esempio, sederti in un certo modo di solito ti fa addormentare, forse è da considerare un’altra posizione per poter rimanere sveglio e attento.
Scegli un passo biblico. Tutta la bibbia è ricca di immagini che possono essere utilizzate per pregare ma S. Ignazio suggerisce di scegliere brani dai Vangeli. In più, “Ignazio stesso sceglie brani dove Gesù sta compiendo qualche azione anziché insegnando o raccontando parabole. [Egli] vuole che vediamo un Gesù che interagisce con gli altri, Gesù che prende decisioni, Gesù che si sposta, Gesù che assiste qualcuno. Non vuole che pensiamo a Gesù. Vuole che sperimentiamo Gesù. Vuole che Gesù riempia tutti i nostri sensi. Vuole che Lo incontriamo” (David L. Fleming, SJ).
Invoca lo Spirito Santo. Puoi leggere un’invocazione, cantarla, o ascoltarla. La parte più importante, a prescindere dalla modalità, è di chiedere lo Spirito Santo di essere presente con te in questo momento di preghiera.
Leggi il passo (diverse volte). Leggi il brano lentamente, facendo memoria delle cose che ti colpiscono o dei dettagli che pensi potranno aiutare ad entrare nella “scena” dopo.
Aggiungiti alla scena. Ignazio suggerisce di non mettersi al ‘centro dell’attenzione’ nella scena ma di porci come uno che la osserva. Questo è solo, però, un suggerimento. Se sei ispirato ad entrare nella scena come l’uomo cieco o la donna che perde il sangue, segui lo Spirito dove ti sta portando.
Chiudi gli occhi e immagina la scena del Vangelo. Com’è il clima? Sei al tuo agio? Chi sta intorno a te? Come ti sembra il tono della voce di Gesù? Puoi sentire un venticello che ti arriva dal lago di Galilea? Senti il rumore dei pescatori che puliscono le loro reti? Lì dove ti trovi ci sono tanti sassi, c’è la polvere del deserto, o un prato meravigliosamente soffice? Riesci a sentire quello che Gesù dice o stai facendo fatica a raggiungerLo nella massa? Cosa ti dice il miracolo che Lui ha compiuto? Sei sorpreso, sbalordito, euforico, o impaurito?
Racconta a Dio ciò che hai vissuto e scegli un proposito concreto. Dopo che hai concluso il momento di preghiera immaginativa, parla con Gesù di tutto ciò che hai visto e sperimentato. Poi, basandoti su ciò che Lui ti ha rivelato (anche il più piccolo dettaglio che ti ha colpito), come puoi far sì che un elemento di questa preghiera entri nella tua giornata?
Concludi con il segno della Croce. Teniamo in mente che per la maggior parte di noi l’immaginazione non è un buttone on/off che si schiaccia quando ci pare e piace. Forse ci vorrà un po’ di tempo con questo metodo di preghiera e dobbiamo avere pazienza con noi stessi. Può darsi che questo metodo non ti parli. Nel caso, va bene così: Dio ti guiderà e ti riporterà a Sé sempre.
Proposito Concreto:
Oggi metterò da parte tra 15 e 30 minuti per la preghiera immaginativa Ignaziana. Dopo che avrò concluso la preghiera, scriverò alcune delle immagini che mi hanno colpito di più. Durante il giorno, riporterò alla memoria queste immagini e chiederò al Signore di continuare a svelarSi a me (se questa è la Sua volontà). Se la preghiera immaginativa era particolarmente vivida, ritornerò a quel brano prossimamente per vedere cosa il Signore ha ancora da dirmi.
La meditazione di agosto è di Briana Santiago