Posted On 04/09/2022

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by AVI Admin

La Trinità abbraccia la nostra sofferenza

Come molti libri scritti nel corso della storia, la Bibbia ci racconta la profondità di due realtà: la vita e la sofferenza. Le Scritture, però, non si limitano a questo. Quello che scopriamo in queste pagine è come Dio stesso entra in contatto con noi nella vita e nella sofferenza. Ogni persona della Trinità, il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, ha un incontro particolare con noi nei momenti di sofferenza fisica, emotiva e mentale, che ci porta alla relazione d’amore di cui il nostro cuore ha bisogno e che desidera.

Le Scritture rivelano come il Padre ci abbia insegnato a venire da Lui così come siamo, in particolare attraverso i salmi. Gran parte della Parola di Dio è considerata come ciò che Dio Padre vuole comunicare a noi, suoi figli. Tuttavia, ciò che vediamo nei salmi sono esempi di come Dio desidera che parliamo con Lui. È interessante notare che gli autori di questi salmi non trattengono nulla. Sono molto schietti nell’esprimere le loro emozioni, lamentele, paure, bisogni e desideri.

Signore, è davanti a te ogni mio desiderio e il mio gemito non ti è nascosto. Palpita il mio cuore, le forze mi abbandonano, non mi resta neppure la luce degli occhi. I miei amici e i miei compagni si scostano dalle mie piaghe, i miei vicini stanno a distanza (Salmo 38, 10-12).

Perché chi ha scritto i salmi può lamentarsi in questo modo senza vergognarsi o temere di peccare? Semplicemente perché sta parlando con Dio. Quante volte, quando soffriamo, esprimiamo la nostra amarezza, tristezza e rabbia agli altri o lasciamo che le cose rimuginino nei nostri pensieri senza rivolgersi a Dio Padre? Chi sa di essere figlio sa che il Padre può accogliere le lamentele, la ribellione e la frustrazione. È come se ci dicesse: “Tiralo fuori! Raccontami tutto! Io sono qui, a prescindere da tutto”. Il nostro rapporto con il Padre si approfondisce con la nostra sincerità e scopriamo che nella nostra sofferenza non siamo soli. Qualcuno ci ascolta.

Gli autori del Vangelo scrivono di Dio Figlio e di come “percorreva tutta la Galilea guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo” (Matteo 4, 23). Era attento a chiunque gli passasse accanto. In questo rivela il cuore del Padre, colui che cerca la pecora smarrita. Ha toccato i cuori dove erano feriti, ha toccato il corpo infermo dell’uomo dove soffriva e ha detto la verità dove il nemico aveva seminato menzogne. Spesso sono le bugie a cui crediamo mentre soffriamo che diventano le vie che portano alle tenebre e a sofferenze ancora più profonde. Queste devono essere combattute con la verità, che viene da Cristo e dalla sua Parola. Per esempio, se si è tentati di credere di non meritare amore e cure o che la propria sofferenza sia insignificante rispetto a tutte le sofferenze del mondo, è importante ascoltare la verità di Cristo che dice:

Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri!” (Matteo 10, 29-31).

 

Nella rivelazione della Trinità, sappiamo anche che lo Spirito Santo è presente nella nostra sofferenza. “Allo stesso modo anche lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza“, dice San Paolo, “perché non sappiamo come pregare in modo conveniente, ma lo Spirito stesso intercede con gemiti inesprimibili“. (Romani 8, 26). In effetti, lo Spirito Santo ci aiuta a pregare con sincerità il Padre come coloro che pregavano nei salmi. Egli guida anche la Chiesa dando vari carismi e doni ai suoi membri per il bene della comunità, compresi i doni di guarigione (1 Corinzi 12,9). Vediamo i doni di guarigione per le malattie del corpo attraverso i nostri medici, infermieri, farmacisti e paramedici. Dio compie guarigioni oggi attraverso la potenza del suo Spirito che opera in questi uomini e donne. Quando soffriamo di malattie mentali e psicologiche, riceviamo aiuto e guarigione da terapeuti, psichiatri e assistenti sociali. Purtroppo, queste sofferenze più nascoste possono portare con sé il peso della vergogna e dei tabù sociali. È importante ricordare che la nostra sofferenza non deve mai essere giudicata, ma piuttosto portata alla luce con delicatezza, affinché nessuno sia mai solo nella sua sofferenza e tutti noi siamo aiutati a salvaguardare e coltivare il dono della vita.

In fondo, è proprio il dono della vita al centro di tutto questo tema della sofferenza. In qualche modo, ogni salmo pregato esprime al Padre il grido di protezione di questo dono che ci ha fatto creandoci. I nostri corpi sanno che non sono stati creati per la morte, ma per la vita eterna. Il Figlio è venuto a guarire, redimere e far risorgere la nostra vita che è stata spezzata, ferita e appesantita dalla sofferenza e dal peccato. È poi il suo Spirito è stato inviato per guidare la nostra vita verso l’amore che si trova nel Padre e nel Figlio e nei membri della Chiesa di Cristo. La vita è intrinsecamente legata alla sofferenza per effetto del peccato, ma la buona notizia è che nella nostra sofferenza siamo intrinsecamente legati a Dio e possiamo entrare sempre più in comunione con Lui.

Proposito concreto:

Il Padre desidera essere in relazione con te. Scrivi un tuo salmo per esprimere la tua esperienza di sofferenza. Non avere paura di esprimere le tue emozioni, lamentele, paure, bisogni e desideri.

Gesù, il Figlio, desidera guarirti e dirti la verità. Quali sono le bugie del nemico a cui sei tentato di credere? Considera quali verità Gesù direbbe al tuo cuore. Di solito è l’opposto di ciò che la menzogna ti comunica.

Lo Spirito Santo ci assiste nella nostra debolezza. Prendi del tempo per considerare se sei aperto all’aiuto dello Spirito Santo che arriva attraverso altri che possono usare i loro doni per aiutarti in un momento difficile.

La meditazione di questo mese è di Tatum McWhirter

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