Posted On 03/07/2019

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by Ruth Kuefler

Lo Spirito di Iniziativa

Da quando ho conosciuto le Apostole della Vita Interiore, ho sentito parlare di “spirito di iniziativa”. Questo concetto ha fin da subito destato in me, e lo desta tuttora, un po’ di timore, forse perché questo spirito non l’ho mai sentito del tutto mio; infatti, essendo troppo timida e preoccupata dell’immagine che do di me agli altri, non faccio mai il primo passo, per non rischiare di sbagliare. Tutto deve essere sempre ben pianificato e organizzato; ad esempio, quando mi avvicino ad uno sconosciuto, ho sempre bisogno di sentirmi sicura prima di agire.

Ricordo ancora quel bellissimo venerdì mattina di tre anni fa al Campus universitario in Texas. Ero al mio primo anno di formazione in comunità. Tre volte a settimana andavo al campus per fare evangelizzazione e cercavo di trovare un mio “stile” per comunicare agli altri la parola di Dio. Quel giorno, fuori dall’Università, c’erano tanti studenti seduti sulle panchine o sull’erba all’ombra di grandi alberi. Alcuni studiavano, altri erano da soli e, stranamente, quasi nessuno aveva le cuffie o era al cellulare . Era la situazione perfetta per provare a parlare con qualcuno. Cosa ho fatto io? Ovviamente, sono andata in giro per il parco e per il cortile dell’Università per circa 45 minuti senza fermare nessuno e poi sono tornata a casa scoraggiata e amareggiata. Anche se le mie consorelle hanno fatto di tutto per rincuorarmi, per tanto tempo ho pensato a quell’esperienza e ho potuto considerarla come una prova evidente della mia mancanza di “spirito di iniziativa”. Ero scoraggiata per la mia incapacità di superare la timidezza e di salutare qualcuno; sono arrivata persino a pensare che forse il mio amore per Dio non era abbastanza forte da spingermi a fare qualcosa di “scomodo” per Lui. Il motivo principale del mio blocco, infatti, era legato al fatto che fossi troppo concentrata su me stessa e che avessi paura di dire qualcosa di ridicolo o di fare una figuraccia davanti ai ragazzi. Non mi rendevo conto, però, che ad essere sbagliata non ero io, ma l’idea che mi ero fatta dello “spirito di iniziativa”. Infatti, solo col tempo e con l’esperienza ho imparato cosa volesse significare questo concetto.

Innanzitutto, lo spirito di iniziativa non coincide con l’evangelizzazione; certamente è un ingrediente essenziale per evangelizzare, ma è un concetto molto più ampio e va applicato in altri ambiti della vita. Nella vita familiare o comunitaria, ad esempio, chi ha lo spirito di iniziativa presta particolare attenzione agli stati emotivi di coloro che sono intorno a lui ed è attento all’armonia generale della casa; chi ha questa attitudine, poi, compie azioni non eclatanti e straordinarie, ma semplici. Ad esempio, se nota qualcuno che è più giù del solito, si interessa e chiede come sta; oppure, se si accorge che in cucina il secchio dell’umido è troppo pieno, interrompe le sue attività per portarlo fuori; o se vede i piatti sporchi impilati in cucina, si offre per lavarli e, se gli viene in mente come trascorrere una serata in allegria, non esita a condividere l’idea e a realizzarla. Come suggerisce la parola “iniziativa”, la persona che la vive è sempre attenta e pronta ad agire quando vede qualcosa da fare o qualcuno nel bisogno.

Un’altra cosa che ho imparato è che lo spirito di iniziativa non è proiettato su di me, ma sul prossimo; una parte essenziale per vivere questa caratteristica, infatti, è proprio applicare l’annullamento di sé preferendo l’attenzione agli altri. Due sono infatti i rischi che si creano quando una persona pensa sempre a se stessa:

(1) non nota i bisogni di coloro che gli stanno intorno;

(2) anche se nota i bisogni altrui, i pensieri egoistici e l’attaccamento all’immagine di sé possono diventare un ostacolo al suo agire.

Come sempre, conquistare lo spirito di iniziativa, non è qualcosa che accade in un solo giorno; creare un’abitudine nuova richiede desiderio e impegno. Ma perché dovremmo desiderare di avere lo spirito di iniziativa? Sembra davvero impegnativo! Il motivo principale è uno solo: Gesù stesso lo ha avuto! Come abbiamo letto nella meditazione di gennaio, scritta da Michela (“Il modo di Gesù”), è sempre Gesù che fa il primo passo nell’incontrarci. Negli anni della sua vita terrena non è stato mai troppo concentrato su se stesso da non notare le persone intorno a Lui, soprattutto quelle più sofferenti. Infatti, spesso sceglieva gli altri prima di se stesso, come ci racconta Marco nel suo vangelo (Mc 6,31-34). Quindi, il nostro desiderio di crescere nello spirito di iniziativa è semplicemente una conseguenza necessaria al nostro desidero di imitare Gesù. Inoltre, lo spirito di iniziativa ha un altro vantaggio: è un modo concreto di vivere il comandamento dell’amore verso il prossimo. Ogni volta che riconosciamo il bisogno di qualcuno e cerchiamo di soddisfarlo, stiamo amando. Anche quando facciamo qualcosa che contribuisce all’armonia e all’ordine della casa, come, ad esempio, piegare i panni puliti che si trovano sul divano. Ognuna di queste azioni richiede una certa iniziativa.

Qual è l’impegno da prendere per creare questa nuova abitudine? Come possiamo concretamente crescere nello spirito di iniziativa? La parte di noi che dobbiamo allenare per prima è il nostro sguardo. Come Gesù, dobbiamo educare i nostri occhi a vedere negli altri ciò di cui hanno bisogno. Per arrivare ad agire in questo modo è necessario anzitutto essere consapevoli delle circostanze che richiedono il nostro aiuto. I nostri occhi devono essere capaci di notare la pianta che ha bisogno di acqua, il pezzo d’immondizia da raccogliere, la persona sola che aspetta un sorriso… Solo quando i nostri occhi si abituano a notare questi bisogni, soltanto allora potremmo cominciare ad allenare la nostra volontà ad agire. Questo avviene soprattutto con l’esercizio. Per aiutarci a raggiungere questo obiettivo, potremmo porci due domande: Vedo un bisogno intorno a me? Posso fare qualcosa? Se la risposta è sì, agisco e quindi prendo l’iniziativa.

Devo essere sincera: quest’aspetto della nostra missione come Apostole della Vita Interiore rimane una sfida per me. Ammetto di aver provato imbarazzo molte volte quando non ho saputo cosa dire ad uno sconosciuto durante l’evangelizzazione; oppure sono rimasta delusa dal fatto di non aver ricevuto dei riconoscimenti per degli aiuti dati in casa. Nonostante ciò, però, non mi sono mai pentita di aver agito con spirito di iniziativa. Come mi ha detto una volta un sacerdote saggio: “il nostro compito è condividere l’amore di Dio e non che esso venga accettato dagli altri”. Lo spirito di iniziativa, pertanto, mi permette di imitare Gesù e di mettere gli altri al primo posto. Quindi, esso mi dà la certezza di svolgere bene il mio compito e di condividere l’amore di Dio con il prossimo.

Proposito concreto:

Oggi presterò particolare attenzione alle circostanze in cui mi trovo e mi farò queste due domande:

(1) Vedo un bisogno?

(2) Posso fare qualcosa?

Se la risposta è sì, agirò con spirito di iniziativa, certo che sto rispondendo al comandamento nuovo di Gesù: “Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi”.

La meditazione di luglio è a cura di Cherise Klekar

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