Posted On 06/07/2017

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by Ruth Kuefler

«Maestro, dove abiti?»

All’inizio del ministero pubblico di Gesù troviamo la domanda «Maestro, dove abiti?» pronunciato sulle labbra di due uomini desiderosi di avvicinarsi a colui che gli era stato indicato come “L’agnello di Dio” (Gv 1, 35-39). Il loro desiderio, nascosto nella domanda, li ha spinti a seguire il Signore ovunque vada.  Un eco di questa esperienza è stato vissuto anche dopo nell’ incontro di quei discepoli con il Risorto, mentre si stavano recando a Emmaus, i loro cuori ardevano perciò li chiesero di «stare con loro» (Lc 24, 13-35). Chi ha preso l’iniziativa in questi episodi? Non erano i discepoli, ma piuttosto è stato Gesù. Guardiamo il modo in cui Gesù suscita i desideri più profondi dei suoi discepoli e vediamo come vuole soddisfarli.

Giovanni Battista entra in scena in tutti i vangeli come una figura attraente, battezzando tante persone nel Giordano e annunciando la venuta del Messia. La sua umile missione è molto breve; Giovanni scompare, dopo chiarifica che non è il Messia e indica invece chi lo è. Per questo invita i suoi discepoli a seguire Gesù che sta passando. Confidando nella testimonianza di Giovanni, i discepoli seguono i passi di uno sconosciuto che si rivelerà come il direttore spirituale dei loro cuori.

«Cosa stai cercando?» gli chiede. Fa a noi la stessa domanda.Ermes Rochi scrive:

«Quando parla, il Signore non interroga la mia cultura, le mie competenze, la mia teologia, ma la mia umanità. Tutti sono in grado di rispondere, i deboli come i forti, i colti e gli ignoranti, i laici e i religiosi. Tutti uguali davanti a queste parole. Con le quali Gesù mi concede perfino il diritto di essere insicuro, di non avere tutto chiaro. Il maestro del cuore si rivolge innanzitutto al tuo desiderio. “Che cosa cercate?” significa “qual è il tuo desiderio più forte? Che cosa desideri più di tutto dalla vita? Gesù viene a evangelizzare il nostro desiderio, è il vero maestro, esegeta e interprete del desiderio. Ci insegna a non accontentarci, insegna fame e sete del più» (Le Nude Domande del Vangelo, 15-16).

I discepoli rispondono alla sua domanda con un’altra domanda. La loro domanda rivela il loro desiderio. «Dove abiti?» gli chiedono. Vogliono stare dove sta lui.  Gesù è ancora sconosciuto, ma vorrebbero conoscerlo. Si sono fidati di Giovanni Battista e adesso vogliono fare esperienza loro stessi di un incontro con Lui. Gesù ha preso l’iniziativa suscitando il loro desiderio più profondo attraverso la sua domanda «Cosa cerchi?». Un dialogo fruttuoso si sviluppa mentre si fanno domande. Non gli dà una risposta immediata e facile («a Nazareth», ad esempio), ma li aiuta a fare un passo per scoprire dove possono attingere per realizzare i loro desideri. «Venite e vedete». Il direttore spirituale li ha lasciati in piena libertà. In effetti, loro stessi sono venuti da lui e hanno cominciato a seguirlo (diversamente dagli altri brani del Vangelo Mt 4,19;Mc 1,17;Lc 6,12-16). Gesù ha riconosciuto e ha suscitato il loro desiderio e poi li ha lasciati liberi di fare una scelta personale per rispondere al suo invito.

Trascorsi i tre anni del suo ministero pubblico, si arriva al culmine della croce e risurrezione, e poi incontriamo una scena piuttosto simile avvenuta sulla via per Emmaus. Gesù va dai due discepoli che stanno parlando di ciò che hanno visto a Gerusalemme, il quale li ha smossi profondamente, e durante quella discussione Gesù comincia a camminare con loro. Da buon direttore spirituale, egli li prende dove sono spiritualmente e li accompagna. Poi usa il metodo di domande anche in questa circostanza per iniziare un dialogo:

«Che sono questi discorsi che state facendo fra voi durante il cammino?»

«Tu solo sei così forestiero in Gerusalemme da non sapere ciò che vi è accaduto in questi giorni?» gli chiedono.

  «Che cosa?».

«Tutto ciò che riguarda Gesù Nazareno… lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e poi l’hanno crocifisso….Noi speravamo che fosse lui a liberare Israele….Ma alcune donne ci hanno sconvolti, non avendo trovato il suo corpo, son venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo.»(Lc 24,17-23).

Non ci credevano, allora Gesù li rimprovera per la durezza del cuore e li chiama a credere in ciò che le Scritture avevano detto e poi li assicura che doveva accadere tutto ciò. Mentre Gesù inizia a camminare nell’altra direzione, i discepoli esprimono il loro desiderio: «Rimani con noi». Nell’ altro brano, i discepoli di Giovanni Battista chiedono a Gesù dove abita. In questo brano i discepoli non gli chiedono dove abita, ma lo invitano a rimanere con loro. Entrambi le circostanze sembrano dimostrare che i discepoli prendono l’iniziativa, ma è in realtà Gesù che ha suscitato in loro il desiderio di rimanere con lui.

Il Catechismo, nella parte sulla preghiera, illustrala dinamica dell’iniziativa del Signore, colui che ci cerca prima che lo cerchiamo noi. «Che lo sappiamo o non lo sappiamo, la preghiera è l’incontro della sete di Dio con la nostra sete. Dio ha sete che noi abbiamo sete di lui» (CCC 2560). «Dio ha desiderio del nostro desiderio, desidera essere desiderato» (Ermes Ronchi,Le Nude Domande, 21).

Allora, dove abita Gesù? A che cosa ci invita di «venire e vedere»? Il vangelo di Giovanni dà un senso più profondo della dimora di Gesù come un rimanere nel cuore del Padre (cfr. Gv15,10). Gesù vuole che i suoi discepoli siano tutt’uno con lui nella “casa del Padre” dove ci sono molto posti (Gv14,2). Quando uno degli apostoli gli chiede la via alla casa del Padre, Gesù gli ricorda che già conosce la via. Il suo discepolo ha già trovato la via nel giorno in cui ha cominciato a seguirlo e desiderare a stare con lui perché Gesù è«la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me» (Gv 14,6).

Proposito concreto:

Anche se siamo accompagnati da un padre spirituale o da un amico spirituale, Gesù, attraverso lo Spirito Santo, è il vero Maestro del nostro cuore.Permettigli di farti le stesse domande che ha fatto ai discepoli nei Vangeli (Gv1, 35-39; Lc 24,13-35).

 

  • «Che cosa cerchi?»
  • «Di che cosa state discutendo?»
  • «A cosa pensi mentre cammini?»
  • «Che cosa ti è successo?»Un buon modo di pregare con queste domande è un metodo di preghiera che potremmo chiamare le quattro R (perché tutte le parole cominciano con la R):
    • Riconoscere ciò che porti nel cuore (pensieri, sentimenti, desideri).
    • Raccontarlo:parla con Gesù di queste cose.
    • Ricevere da Gesù una parola o consolazione che ti vuole donare in un momento di silenzio e ascolto.
    • Rispondere a ciò che hai ricevuto, cioè rispondi alla sua chiamata ad affidarti a Lui e proponi di seguirlo in modo concreto.

     

    La meditazione di questo mese è di Tatum.

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