Storia vocazionale | SIMONA

Sono colma di gioia e di commozione; ho conosciuto una ragazza, si chiama Tiziana, era seduta vicino a me in chiesa. Quella mezz’ora in cui sono stata con lei, ho sentito dentro di me una gioia, ma, più che una gioia, una sensazione indescrivibile. Abbiamo parlato di Dio e finalmente non l’ho sentito più come un essere irraggiungibile, ma come il senso della mia vita. Era proprio ciò che ho cercato invano fino ad oggi, ciò di cui avevo bisogno e sul quale potermi appoggiare. Sono così commossa al pensiero che Dio abbia scelto me, che Dio abbia voluto che io andassi a Messa alle 18.30 e che mi sedessi vicino a quella ragazza. (…)Forse questa mia vita vissuta male mi ha portato ad una cosa così bella?! Spero tanto che questo sia l’inizio di una vita piena di gioia”.

E fu realmente così. Ancora oggi, un senso di stupore mi coglie quando rileggo queste righe,ero poco più di una ragazzina…

Non avevo ancora diciotto anni. Una vita normale: liceo artistico, studio del pianoforte,amicizie. Una ragazza senza troppi grilli per la testa, con una famiglia tranquilla: mamma, papà e un fratello. I grilli, però cominciarono ad affacciarsi dopo l’incontro con Tiziana, quel giorno, nella mia parrocchia; non avevo mai avuto una amicizia con una suora e invece con lei, già da subito, ci fu una grande intesa.

All’epoca non avevo ancora ricevuto il Sacramento della Cresima e Tiziana,con il permesso del parroco, mi fece il corso di preparazione e poi da madrina. Andando a casa di Tiziana conobbi anche Susan e padre Salvatore, che da subito divenne il mio padre spirituale. Quante cose imparai! La preghiera quotidiana, l’Eucarestia, la Confessione: mi sembrava di rinascere! Non sapevo nulla, ero molto ignorante religiosamente e l’amicizia con queste persone mi fece davvero incontrare Gesù e conoscere meglio i suoi insegnamenti. Che bello quello che Tiziana e Susan facevano! Parlare di Dio alle persone. Anche a me piaceva tanto e sentivo che veramente era l’unica cosa importante nella mia vita; più di Valter, il ragazzo che frequentavo, più di tutto. Ma dare completamente la mia vita a Dio, beh, forse era un po’ troppo. Eppure questa idea si affacciava sempre più spesso nella mia mente e altrettanto spesso io la scacciavo: “Suora proprio no! Le suore sono infelici, antipatiche… Io non voglio essere così! E poi, dovrei lasciare la mia famiglia…No, non posso…”.

Ma il Signore ha i suoi tempi, non corre, non preme, solo si fa presente e accompagna. Un giorno decisi di fare un vero e proprio discernimento. Mi proposi di non vedere per un po’ di tempo Valter per avere il cuore libero per capire, senza condizionamenti affettivi. E fu di lì a poco che la mia strada mi fu chiara: sarei stata una Apostola della Vita Interiore. Che gioia, il giorno in cui lo capii! Un raggio di sole entrò nella mia vita e non ne uscì più. Una volta scoperta la vocazione religiosa, una grande difficoltà si prefigurava davanti a me: come dirlo ai miei genitori? Da tempo mia madre, avendo notato il mio avvicinamento alla fede, capì che c’era in ballo qualche cosa di grosso. Il sospetto crebbe insieme al disagio. Questo atteggiamento diffidente creò in seno alla mia famiglia tensioni e incomprensioni. E quando annunciai la decisione di andare a vivere dalle Apostole a casa mia ci fu davvero la guerra… Guerra che con gli anni si raffreddò, tanto che mia madre in punto di morte manifestò la sua gioia per la mia scelta. Un vero miracolo, davvero,un vero miracolo. Tanti anni sono oramai passati da quei giorni e ho sempre ringraziato il Signore per avermi chiamata a seguirlo da vicino. È un dono bellissimo! Prego e spero che tante altre persone possano scoprirlo e accoglierlo con gioia.