«Quanti pani avete?».
«Non abbastanza».
«… Ma come fate a saperlo? Vi ho chiesto: quanti?»
«Pochi, eccessivamente pochi».
«Sì, ho capito, ma quanti?».
«Sette».
«Ecco, proprio sette me ne servono. Non per sfamare tutti, è chiaro, ma sette sono proprio quelli che mi servono. Perché io non sto per fare ciò che voi pensate, non si tratta di distribuire. Io sto per fare quello che voi non immaginate, e che non potete immaginare, perché non avete mai visto nulla di simile. I vostri sette pani mi servono per compiere un miracolo. Me li date?».
E tu… Quante doti hai?
Quante energie ti restano stasera?
Quanto dolore hai accumulato?
Quanta giovinezza ti rimane ancora?
Quanta confusione hai in testa?
Quanto tempo hai oggi? … Me lo dai?
È quel che hai che Gesù ti chiede. Solo quel che hai, ma tutto quel che hai. Offrilo, e farà il miracolo. È Lui che ti rassicura; ti darà quel che Gli serve così che tu lo possa donare per diventare tu stesso offerta d’amore:
«Io ti mando. Là, col tuo poco, col tuo tutto.
Ti do tutto ciò di cui hai bisogno. […] Apri la tua mano per accogliere e donare.
Sii dono per chi ti affianco. E sii dono d’Amore per quanti, smarriti, non sanno di cercarmi».
(Vania Antonelli).
Quando pensi di non avere abbastanza e di non saper amare, offri anche questa povertà, non disprezzarla, e Gesù farà il miracolo. I pani che abbiamo sono esattamente quanti ne servono: cinque, sette, mille…
«Quanto amore hai?».
«Vorrei amare quanto Tu hai amato Gesù, ma il mio amore è piccolo piccolo, non abbastanza, decisamente insufficiente; ho solo gocce, solo puntini di amore; che cosa te ne farai, Signore?».
Il Signore non ci chiede di amare quanto Lui ha amato, ma di amare come (kathòs) Lui ha amato (Gv 13,34). Il Suo quanto è l’infinito; il nostro quanto è minuscolo. Il Suo come è il dono totale, è l’amore sacrificale, quello che costa, e che offre tutto sulla Croce, sapendo che porterà frutti di vita eterna e di Risurrezione. Quando portiamo spiritualmente all’Offertorio della Messa il “nostro poco e il nostro tutto”, amiamo come Gesù ha amato. In Cristo siamo battezzati e in Lui siamo resi partecipi del sacerdozio comune dei fedeli (CCC1268). Il nostro sacrificio spirituale è quell’amore che abbiamo da portare lì, sull’altare: i sette pani e i cinque euro, il mal di testa e la nostra incompetenza, il lavoro in ufficio e il rosario pregato in macchina, la mezz’oretta di gioco coi nostri bambini e il risotto cucinato domenica, la fedeltà a mia moglie, la carezza fatta al nonno e la paura di non saper cosa dire… Il nostro piccolo amore, che da solo vale ben poco e che spera di diventare come il Suo.
«Quanto amore hai?».
«Dallo a Me, uniscilo al mio sacrificio, all’offerta del mio Corpo e del mio Sangue, e tu, insieme a Me, contribuirai a portare amore nel mondo. Il dono di te stesso, sull’altare, subirà un miracolo, perché sarà accolto sulla mia Croce redentiva, e sarà un’offerta gradita al Padre».
«Tutta la Chiesa è unita all’offerta e all’intercessione di Cristo. «È attraverso il ministero dei presbiteri che il sacrificio spirituale dei fedeli viene reso perfetto perché viene unito al sacrificio di Cristo, unico mediatore; questo sacrificio, infatti, per mano dei presbiteri e in nome di tutta la Chiesa, viene offerto nell’Eucaristia in modo incruento e sacramentale, fino al giorno della venuta del Signore» (CCC 1369).
Se li teniamo per noi, i sette pani ammuffiranno. Se li distribuiamo con semplicità, sfameranno qualcuno dei nostri vicini e familiari. Se li diamo tutti al Signore, offrendoli spiritualmente sull’altare, raggiungeranno in Lui i confini della terra e sfameranno le folle che attendono un nutrimento eterno.
La folla non aveva da mangiare e Gesù disse: «Sento compassione di questa folla». Gli risposero i discepoli: «E come si potrebbe sfamarli di pane, qui, in un deserto?». E domandò loro: «Quanti pani avete?». Gli dissero: «Sette». Presi allora quei sette pani, rese grazie, li spezzò e li diede ai discepoli perché li distribuissero. Così essi mangiarono e si saziarono. (cfr. Mc 8,1-10).
La meditazione di questo mese è di Clara Remartini.
Proposito concreto:
- Quanti pani avete? Prepara un’offerta spirituale dei tuoi concreti tentativi di amore e domenica, all’Offertorio, contribuisci al miracolo che Gesù compirà sull’altare.
- La Madonna, nell’apparizione di Fatima di cui celebriamo i 100 anni il 13 di maggio, ci incoraggia ad offrire quel che abbiamo: “Siete disponibili ad offrire voi stessi e a sopportare le sofferenze in riparazione dei peccati e per la conversione dei peccatori?”. La devozione dei primi cinque sabati del mese può aiutarci a rispondere alla sua chiamata. www.preghiereperlafamiglia.it/primi-cinque-sabati-del-mese.htm