‹‹Da venti giorni ho sentito la chiamata a seguire Dio in focolare. Ho scelto Lui e a Lui voglio donarmi con tutto me stesso. Non ho altro progetto nella vita se non fare la Sua volontà. Vorrei entrare in focolare non per la gioia o per la bella atmosfera che c’è. Io vorrei entrare in focolare per Gesù Abbandonato(…), il minimo che posso fare è dare la mia vita per ricambiare un po’ il Suo immenso Amore ››.
Queste sono le parole che ha scritto un mio carissimo amico, Rino Zucchero, quando aveva deciso di consacrare la sua vita nel movimento dei focolari. Riecheggiano un po’ le parole del Salmo 116 “Cosa renderò al Signore per quanto mi ha dato?”.
A me sembra che alla base di ogni risposta generosa alla chiamata di Dio, ci sia il prendere coscienza che si è in debito, un debito che non si potrà mai saldare; si è amati così tanto che non si può fare a meno di desiderare di amare a nostra volta. Si trabocca di gioia, di gratitudine e si vuole dire solo “sì”.
‹‹La Chiesa è consapevole di ciò che fa la forza e la bellezza dei giovani: la capacità di rallegrarsi per ciò che comincia, di darsi senza ritorno, di rinnovarsi e di ripartire per nuove conquiste›› (Messaggio del Concilio Vaticano II ai giovani, 8 Dicembre 1965). Questo messaggio è sempre attuale. Questo è l’atteggiamento di tutti i giovani e ancora di più di tutti i giovani credenti nelle varie epoche storiche.
La forza e la bellezza della giovane Maria di Nazareth hanno fatto sì che lei si rallegrasse per ciò che Dio aveva già fatto e che lei sapeva che avrebbe continuato a fare. Anche l’angelo la invita a rallegrarsi: ‹‹Rallegrati piena grazia, il Signore è con te…Ecco concepirai e darai alla luce un figlio che chiamerai Gesù…( Lc1,28-31) ››.
‹‹ Dopo aver soppesato le parole ascoltate, Maria si interroga e interroga il messaggero divino, entrando in dialogo con lui, per cercare di comprendere anche con la ragione(perciò non si tratta affatto di un atteggiamento passivo!); quindi finalmente risponde con piena disponibilità e generosità, dichiarandosi pronta ad assumere responsabilmente, in atteggiamento di fede e obbedienza, il servizio cui Dio l’ha chiamata, come la serva di Yhwh: Ecco la serva del Signore, avvenga a me secondo la tua parola. ( Lc 1,38; il verbo greco ottativo gènoito, esprime non una accettazione passiva, ma il desiderio, quasi la preghiera , che ciò si compia: che avvenga)››. ( Don Giuseppe Pulcinelli).
Il cosiddetto Magnificat di Maria rivela chiaramente la intensa vita interiore della Madonna: ‹‹L’anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio mio Salvatore perchè ha guardato all’umiltà della sua serva….. Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente e santo è il suo nome… ›› ( Lc 1,46 e seguenti). Maria non può fare a meno di cantare con tutto il suo mondo interiore, con tutta l’anima, le meraviglie che Dio ha fatto nella storia di Israele e nella sua storia.
Lui , Grande e Onnipotente, ha scelto e sceglie i piccoli. Ha scelto anche lei, piccola, giovane, insignificante secondo i criteri umani, proveniente da un paesino di poca importanza e l’ha resa madre di Dio e addirittura madre del genere umano.
Questa fede incrollabile non significa che Maria non abbia avuto la necessità di fare un cammino. Il documento del Concilio Vaticano II Lumen Gentium al paragrafo 58 ci dice che ‹‹Maria avanzò nella peregrinazione della fede e serbò fedelmente la sua unione con il Figlio fino alla croce››. Più volte nel vangelo di Luca si dice che ‹‹Sua madre conservava tutte queste cose ( letteralmente: parole-evento) nel suo cuore››.
Questa frase ‹‹va interpretata come attitudine a restare aperti al mistero, quasi un invito sottinteso a conservare ed interiorizzare ciò che appare troppo grande per essere capito ed iparato senza un cammino di fede...è questa la prospettiva dell’evangelista che implicitamente propone Maria come modello di ogni credente›› (Don Giuseppe Pulcinelli).
Ogni giovane credente e ogni credente giovane a motivo della fede che lo rende sempre tale nel cuore, può guardare a Maria non solo nella sua capacità di rallegrarsi per ciò che comincia, ma anche nel suo rinnovarsi e ripartire per nuove conquiste. Se rimaniamo aperti al mistero della vita, vivremo tutti gli eventi con gioia e attesa di novità.
Maria certamente non aspettava di essere scelta come madre di Dio e come madre dell’umanità. Si lasciò però scegliere … Anche noi facciamoci scegliere!
Giuseppe Belli è un esempio significativo per noi. Era un padre di famiglia con due figlie e sei nipoti. Uomo integro e sincero, non era però certo assiduo nel frequentare la Chiesa.
A sessantun anni conosce il movimento dei focolari e la sua vita è rinnovata: ‹‹Sono sempre il piccolo uomo di prima-scrive-comunque qualche trasformazione è avvenuta: e cioè il cambiamento totale dei miei rapporti in famigia… Mai mi sono sentito tanto giovane e forte…››.
Aveva delle giornate intense. Coltivava persone di vari strati sociali, andava a portare l’Eucarestia ai malati, svolgeva alcuni incarichi in parrocchia, manteneva contatti con alcuni carcerati, visitava ogni giorno una coppia di ciechi. Riusciva a fare tutto questo perchè, durante la giornata, cercava di seguire il Signore, di ascoltare quella voce che parlava al suo cuore sia nei momenti di preghiera, a cui era sempre fedele, che nelle varie attività della giornata.
Inaspettatamente dopo un viaggio, Giuseppe si sentì male e fu portato in ospedale. Dio lo aspettava anche lì. Tutto di un tratto la situazione era terminale. La figlia Anna Maria gli chiese: ‹‹Babbo, sei conento? ›› E lui: ‹‹Sì››. Poi lui stesso invitò la familgia a pregare intonando l’Ave Maria.
Gieseppe è vissuto ancora alcuni mesi. ‹‹Nella misura in cui il suo corpo si riduceva, cresceva in lui la dimensione di Dio che ha continuato a comunicare a tutti – scive un suo amico- In tutti è rimasto impresso il suo sorriso››, anche nel mezzo della sofferenza nell’attesa della Gerusalemme Celeste.
Proposito concreto:
1. “Cantare” ogni sera il nostro personale “Magnificat”richiamando alla mente le tante grazie e i tanti doni ricevuti dal Sinore durante la giornata
2. Essere fedeli alla preghiera quotidiana con la Sacra Scrittura, all’ascolto di “quella voce”, per poter crescere nel cammino di fede e non aver paura dell’inatteso,dell’inaspettato, del sorprendente Mistero che avvolge tutta la nostra vita.
La meditazione di novembre è a cura di Loredana.