Santa Cecilia è una santa alla quale sono devoti in tanti, soprattutto i musicisti. Negli Stati Uniti, quando si riceve la cresima, si sceglie un santo al quale affidarsi, e io scelsi Santa Cecilia perché suonavo il pianoforte!
Santa Cecilia è nata a Roma nel II o III secolo da una famiglia nobile. Sebbene avesse fatto voto di verginità, fu data in sposa dai suoi genitori a Valeriano, un nobile pagano. Dopo la cerimonia, Cecilia disse a Valeriano che c’era un angelo che custodiva la sua verginità, e se lui si fosse convertito avrebbe potuto vederlo. Valeriano decise di essere battezzato e vide l’angelo. Anche il fratello di Valeriano, Tiburzio, si convertì. Cecilia, Valeriano e Tiburzio servivano i poveri e seppellivano i morti, specialmente i martiri cristiani, nonostante fosse proibito dalla legge romana. Per queste espressioni della loro fede Valeriano e Tiburzio furono martirizzati. Più tardi anche Cecilia fu condannata a morte per asfissia nell’acqua bollente. Cecilia, però, sopravvisse e la sua pena fu convertita in morte per decapitazione. Anche questa volta, però, dopo ben tre colpi che riuscirono solo a reciderle il collo, Cecilia sopravvisse. Morì tre giorni dopo, mentre continuava a dare lode a Dio.
La storia di Santa Cecilia è incredibile e devo ammettere che col tempo ebbi qualche difficoltà ad accettarla. Il suo coraggio nel professare la sua fede nonostante la minaccia del martirio mi faceva sentire debole e incapace di diventare io stessa una santa. Ho sperimentato momenti in cui non riuscivo a pregarla o in cui provavo addirittura gelosia nei suoi confronti. Ci fu però un giorno in particolare in cui ebbi una forte esperienza con lei. Studiavo all’Università del Kansas e avevo appena finito di pregare nella cappella di San Lorenzo. Mi stavo avviando verso le aule per le mie lezioni, e decisi di chiedere a Santa Cecilia:
Come mai eri così coraggiosa, specialmente davanti alla morte?
La risposta che sentii nel mio cuore fu molto semplice e mi sorprese. Disse: “Non ho offerto la mia vita perché avevo coraggio, ma perché ero piena d’amore.” Mi spiegò che il coraggio, la temperanza, la giustizia e tutte le virtù sono contenute nell’amore. In quel momento, pensavo a Santa Teresina: più amava, più diventava semplice. Più amiamo, meno siamo spinti ad agire per le altre virtù, ma semplicemente per amore. Mentre continuavo a camminare, ho sentito lo Spirito Santo che confermava le parole che Santa Cecilia mi diceva attraverso le parole di San Paolo ai Corinzi:
La carità è paziente, è benigna la carità non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell’ingiustizia, ma si compiace della verità. Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. (1 Cor 13,4-7)
Alla fine, tutto si riduce all’amore. Questo non vuol dire che dobbiamo ignorare le altre virtù. Può essere molto utile concentrarsi su una virtù in particolare! Mentre cresciamo nelle virtù, però, non possiamo dimenticare che senza l’amore tutte le altre virtù non contano. Come dice San Paolo:
Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna.
E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sono nulla. E se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per esser bruciato, ma non avessi la carità, niente mi giova. (1 Cor 13,1-3)
Santa Cecilia è diventata un esempio per me e ancora oggi continua ad insegnarmi come vivere solo per amore. Ma cosa vuol dire vivere solo per amore? Per iniziare dovremmo esaminare quali sono le reali motivazioni del nostro agire. Possiamo vivere per amore solo se purifichiamo le nostre motivazioni. Un modo in cui mi piace mostrare l’amore per gli altri, ad esempio, è attraverso gli atti di servizio: può capitare che io mi offra di aiutare una consorella a lavare i piatti quando non è il mio turno. In sé, questa è un’azione buona, ma, se esamino le ragioni che si nascondono dietro questo gesto, riconosco che dovrebbero essere purificate. Una delle motivazioni viene dal desiderio sincero di amare la mia consorella attraverso un atto di servizio. Allo stesso tempo, però, riconosco che sto cercando di essere degna davanti a Dio (non dobbiamo giustificarci davanti a Dio, ma semplicemente ricevere il suo amore!). Poi arrivo a capire che un’ulteriore motivazione è cercare di essere vista come santa agli occhi delle mie consorelle, quindi in cerca di lode e stima. Quando riconosco tutte le diverse ragioni dietro le mie buone azioni, cerco di scegliere di agire esclusivamente seguendo la motivazione dell’amore. Anche se potrei essere propensa ad agire per interesse personale, chiedo al Signore di purificare le mie motivazioni così che io possa essere libera di agire solo per amore.
Ci vuole del tempo per imparare ad amare solo per amore, ma possiamo cominciare il cammino diventando più consapevoli delle ragioni che sono alla base delle nostre azioni. Senza dimenticare che non saremo mai in grado di riconoscere le nostre motivazioni più profonde se non dedichiamo il tempo necessario per esaminare i nostri cuori. Riconoscere le nostre reali motivazioni può rivelarsi anche un’esperienza spaventosa perché potremmo scoprire che celano più egocentrismo di quello che pensavamo. Tuttavia non dovremmo scoraggiarci perché Dio, che conosce i nostri cuori più di noi stessi, ci ama come figli suoi carissimi e desidera che cresciamo nell’amore. Se offriamo a Dio il nostro desiderio di amarlo con un cuore puro, ci darà la grazia di crescere e ci aiuterà a purificare le nostre motivazioni. Ci semplificherà e ci libererà fino a renderci capaci di amare solo per amore!
Santa Cecilia non è morta per il suo coraggio, ma per amore. Per amore del Dio di cui si è innamorata. Il suo coraggio è diventato frutto di quell’amore. Tuttavia la sua capacità di offrire la sua vita per amore non si è manifestata all’improvviso. Al contrario, il suo amore è cresciuto con gli anni e con diversi atti di fede, prima staccandosi dalle sue ricchezze, poi prestando servizio ai poveri e condividendo la buona notizia con il prossimo. La sua costanza nel cercare le virtù e nell’agire con carità ha purificato e semplificato il suo cuore, e infine l’ha resa capace di morire per amore.
Signore, attraverso l’intercessione di Santa Cecilia, purifica i nostri cuori e aiutaci a vivere e morire soltanto per amore.
Proposito concreto: Farò un esame di coscienza nel quale mi chiederò: “Quali sono state le motivazioni dietro le mie azioni oggi?” Non voglio notare soltanto le mie cattive motivazioni, ma anche le mie buone motivazioni. Questo esercizio mi aiuterà a crescere nella conoscenza di me stesso. Per chiudere la mia esaminazione, ringrazierò il Signore per la sua presenza accanto a me nel mio cammino, e chiederò la grazia di avere un cuore sempre più puro.
La meditazione di dicembre è a cura di Alexa Vanlerberg
Per ascoltare l’audio clicca qui