A 15 anni, Sara dovette imparare ad amare incondizionatamente i suoi genitori e fratelli a causa di una situazione molto difficile che viveva a casa.
I suoi genitori litigavano ormai da anni e alla fine avevano deciso di divorziare. I figli vennero messi in mezzo dovendo scegliere da che parte stare e dovendo sentire le accuse che ogni genitore aveva verso l’altro. Pertanto Sara cominciò a rendersi conto dell’umanità e della debolezza di suo papà e sua mamma scoprendo che la sua famiglia non era perfetta e ancora meno i suoi genitori. Sorprendentemente, iniziò a sognare il giorno in cui i suoi genitori si sarebbero separati e suo padre avrebbe lasciato la casa. Forse, pensava che la pace sarebbe ritornata. Tre mesi dopo che le carte del divorzio erano state firmate suo padre non era ancora andato via. Continuando i litigi, suo fratello cominciò a fare capricci sempre più difficili da controllare e sua mamma emotivamente non ce la faceva più. Sara certamente avrebbe voluto fuggire ed evitare la sofferenza che la sua famiglia intera stava attraversando.
Ci sono elementi della storia di Sara che ognuno di noi affronta quotidianamente in modi diversi. Possiamo vedere colleghi di lavoro che si criticano l’un l’altro senza esser capaci di lavorare insieme. Potrebbe essere che nel matrimonio uno degli sposi abbia un difetto che porti tutta la famiglia a soffrire o che ci sia una società priva di una cultura che sostiene il bene e la vera realizzazione della gioventù. Non da ultimo uno potrebbe notare che nella vita comunitaria ci sia un’attitudine egoista che blocchi la capacità di donarsi.
Qual è la nostra spontanea reazione quando dobbiamo affrontare queste difficoltà? Spesso ne parliamo con quelli vicini a noi che sappiamo essere in grado di consolarci nel dolore. E parlarne è senza dubbio un passo importante. Poi, se siamo anche determinati a migliorare la situazione, magari, insieme ad un’altra persona, possiamo discernere delle soluzioni. Dall’altra parte però, il semplice parlare con qualcuno potrebbe mutarsi in qualcosa di negativo se ci porta a crogiolarci in un atteggiamento di vittimismo perchè stiamo affrontando delle difficoltà. E alla fine non cresciamo più nell’amore. Il libro dei Proverbi infatti attesta: “In ogni fatica c’è un vantaggio, ma la loquacità produce solo miseria” (Prov. 14, 23).
In Gesù vediamo che non c’è spreco di parole e non c’è loquacità. Egli spesso offre un giusto criticismo delle persone e delle situazioni di peccato che incontra, ma ciò che colpisce di più è il suo instancabile esempio di impegno nell’amore nelle circostanze di ogni giorno. Ogni volta che rimprovera i Farisei, lo fa sempre per cercare di trasformare i loro cuori così che possano accoglierlo come il Messia ed imparare le vie per amare. Il perdonare Pietro per il suo triplice rinnegamento e l’affidargli comunque la guida della Chiesa, è ciò che fa di Pietro un uomo nuovo. E’ l’immergersi nella realtà del mondo affrontando le sue persecuzioni e il suo rifiuto che porta alla fine alla sua redenzione. Possiamo vedere chiaramente che è attraverso un impegno costante e coraggioso che l’amore nasce e il vantaggio vero è presente.
L’esempio di amore di Gesù è certamente da imitare ogni giorno, ma amare incondizionatamente non ci riesce sempre così facile. Certamente Sara non credeva di avere la forza di sollevarsi dal dolore che stava sopportando in famiglia per scegliere di amare. Voleva parlare con suo padre per spiegargli come era difficile la sua presenza in casa. Voleva smettere di essere irritabile e cominciare ad amare davvero i suoi fratelli e sua madre per aiutare a portare un po’ di pace. Più di tutto voleva essere capace di perdonare i suoi genitori. Nonostante questi desideri sentiva tutta la forza della sua debolezza, dei suoi limiti e riluttanza.
In questi momenti di debolezza è consolante ed edificante ricordare semplicemente la promessa fatta da Gesù: “Ti basta la mia forza” (2 Cor 12, 9). Egli ci assicura che è quando siamo deboli che la sua Potenza viene manifestata. Non disse mai che sarebbe stato facile amare i nostri nemici e perdonare chi ci avrebbe fatto del male. Alla fine, ciò che desidera che noi capiamo è che da soli non possiamo compiere grandi gesti d’amore. Perciò vuole che chiediamo con tutta la nostra forza quella grazia che completa tutto quello che manca in noi e nei nostri sforzi di amare. E’ una chiamata a collaborare con Dio per transformare una situazione di dolore in qualcosa di bello.
Queste sono le vere vittorie della vita: quando l’amore sconfigge il male. Possiamo cominciare ad amare i difetti degli altri e persino i nostri, perchè sperimentiamo la grazia nel suo profondo potenziale. Quando viviamo circondati dall’effetto del peccato e del male cominciamo a vivere nella speranza che “dove abbonda il peccato, sovrabbonda la grazia” (Rom. 5,20). L’amore è perciò davvero alla portata di tutti noi non importa quale croce stiamo portando. E quando non sappiamo nemmeno da dove cominciare nel nostro tentativo di amare, possiamo ascoltare le parole di Madre Teresa che una volta disse: “Cominciamo sempre con un sorriso, perchè il sorriso è l’inizio dell’amore”.
Domande per la riflessione e proposito concreto:
- “In ogni fatica c’è un vantaggio, ma la loquacità produce solo miseria”… in quali situazioni hai cominciato a criticare e/o lamentarti, sia nei pensieri che nelle conversazioni e hai notato un amore che si faceva più misero?
- Quali sono i modi in cui puoi amare? Ti rendi conto che c’è una certa riluttanza a portare avanti le tue scelte d’amore? Di quale grazia hai bisogno?
- Quando hai sperimentato che la grazia di Dio è venuta incontro alla tua debolezza?
- Dove, in questo momento, il tuo sorriso potrebbe produrre più frutto?
Proposito concreto: pensa a come potresti amare concretamente e chiedi a Dio di collaborare con te per portare questo desiderio a compimento.
La meditazione di Agosto è di Tatum.