Posted On 03/09/2021

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by AVI Admin

Un quaderno spirituale: a che cosa serve?

Quale è l’ultima volta in cui hai ricevuto una lettera? Quale è l’ultima in cui l’hai scritta?

Oggi, fra email, SMS, Facebook e tutti i social, stiamo dimenticando pian piano l’arte dello scrivere. Certo, questi mezzi sono utilissimi per il mondo di oggi. Però, sappiamo tutti che ricevere un messaggio su WhatsApp non è la stessa cosa di avere un pezzo di carta fra le mani scritto da qualcuno che ti ama.

Gesù ha sempre scelto di valorizzare le cose concrete e materiali, non solo il pensiero e lo spirito. Ha scelto una logica sacramentale per la sua Chiesa che rispecchia il Suo stesso venire in mezzo a noi. Una venuta fatta di pane, vino, acqua, olio, parola, incenso, canto, colori, candele e di tutto quello che ci parla dell’Incarnazione.

In questa logica, anche la parola scritta ha acquisito un peso particolare. Il fatto che abbiamo le Sacre Scritture come pilastro della Rivelazione ci dice che Dio vuole raggiungerci attraverso delle pagine che ci raccontano e ricordano qualcosa di importante, parole di vita eterna che ci arrivano in modo molto concreto.

Ognuna di noi sta vivendo una Storia di Salvezza. Sappiamo che la Storia di Salvezza in senso universale viene raccontata per noi nell’Antico Testamento e continua ancora oggi nella Chiesa. Noi non siamo solo un collettivo generico ma io e te stiamo vivendo delle storie di salvezza che sono uniche.

Lo scrivere ha tanti scopi: esprimere, raccontare, commemorare, comunicare. Ma forse uno dei motivi più grandi per cui l’uomo mette l’inchiostro su carta è per ricordare. Le storie che inventiamo sono fatte non solo per divertirci o esercitare la fantasia ma anche per ricordare chi siamo. Per noi la Bibbia serve a questo: ricordare che è Dio per me e chi sono io per Lui.

Nel nostro cammino di fede, possiamo vivere questa dinamica attraverso uno strumento semplice: un quaderno o diario spirituale. A volte, quando si sente la parola “diario”, emerge una connotazione negativa, perché ci vengono in mente i diari delle ragazzine delle medie in cui raccontano le loro faccende a scuola: quale maglietta hanno indossato quel giorno, quale ragazzino ha passato loro una letterina, cosa ha detto la maestra, quali amiche le hanno invitate a casa loro.

Un diario spirituale non è fatto per raccontare passo per passo ogni momento della giornata. Invece, è uno strumento per poter raccontare la nostra storia di salvezza: come la viviamo noi, nel modo in cui ci viene meglio esprimerla. È semplicemente un modo (fra tanti) per far tesoro delle grazie, per portare alla luce del Signore le mie esperienze di mia vita, per discernere, per ringraziare, per ricevere la parola di Dio per noi in quel momento.

Non c’è un unico modo per tenere un diario spirituale, né è uno strumento essenziale per una relazione viva con Gesù. Forse potrebbe essere utile leggere le seguenti affermazioni per vedere cosa ti potrebbe aiutare di più in questo momento:

  • A me piace l’idea di tenere un diario spirituale, ma non saprei come farlo
  • Solo l’idea di scrivere mi fa sentire appesantito e sopraffatto
  • Io scrivo tanto nella preghiera, ma non so se lo sto facendo nel modo giusto
  • Ogni tanto prendo qualche appunto spirituale ma non mi va di farlo tutti i giorni
  • Tengo un diario spirituale e vedo tanti benefici per la mia relazione con il Signore

 Questi sono solo esempi ma forse danno un’idea delle varie reazioni a questo strumento. Se stai cercando di verificare se questo strumento potrebbe essere utile per te, potresti farti queste domande:

  1. Quando scrivo, mi aiuta ad entrare in maggiore intimità con Dio o è una distrazione?
  2. L’idea di scrivere cose spirituali mi porta un senso di pace e gioia o lo sento come un peso?
  3. Sento di avere un modo buono per “fare tesoro delle grazie” nella mia vita?

Adesso forse stai pensando: okay, magari fa per me. Oppure: non è adatto al mio modo di vivere la fede.
Ma come si fa un quaderno spirituale? Non c’è una formula magica. Ma forse è utile specificare prima ciò che un quaderno spirituale non è:

  • Non è un diario: non è per raccontare tutte le cose che hai vissuto quel giorno
  • Non è solo per raccontare la tua vita, ma serve soprattutto a raccontare la tua vita in Dio e la Sua vita in te
  • Non è per piangersi addosso, evitare l’intimità con altre persone, o dissezionare e capire tutta la tua vita
  • Non è un romanzo: l’enfasi non è sulla tua bravura nello scrivere al livello letterario

Queste cose non sono sbagliate necessariamente, ma questi modi di scrivere sono adatti anche ad altri contesti. Ricordiamoci lo scopo finale: comunione feconda con Gesù Cristo. Se il mio diario spirituale non mi sta aiutando in questo, posso anche metterlo da parte.

Come abbiamo chiarito, non c’è un unico modo per tenere un diario spirituale ma dipende molto da come il Signore ha plasmato il nostro cuore e la nostra umanità e da dove siamo nel nostro cammino. Se hai il desiderio di cominciare, oppure scrivi già un po’ ma vorresti sfruttare ancora meglio questo strumento, ecco alcuni suggerimenti pratici:

  • Tenere un diario di gratitudine: Ogni giorno, scrivere almeno 3 cose specifiche per cui sei grato e parlare con il Signore di queste grazie ricevute
  • Prendere appunti dalla preghiera quotidiana: C’è una frase della Bibbia che ti ha colpito oggi? C’è un’esperienza in cui hai incontrato Gesù? C’è una domanda che Dio ha messo nel tuo cuore oggi? Semplicemente scrivine quanto vuoi nello stile che preferisci: per alcuni, aiuta scrivere dei paragrafi raccontando in dettaglio le azioni dello Spirito quel giorno; per altri, basta un elenco puntato molto sintetico. Ad alcuni viene naturale scrivere qualcosa ogni giorno; ad altri solo qualche volta al mese. Ancora, a qualcuno è utile scrivere durante il tempo della preghiera; per altri è meglio farlo più tardi nella giornata
  • Crescere in conoscenza di sé: Non vogliamo cadere in nessuna forma di narcisismo ma c’è una sana conoscenza di sé che scaturisce dalla nostra amicizia con Gesù: è Lui stesso che ci permette di conoscere chi siamo veramente e questa conoscenza è un grande aiuto nella vita cristiana. Ci permette di essere umili, riconoscendo i nostri pregi per poterli mettere al servizio di Dio e anche riconoscendo i nostri limiti per poter ricevere la Sua misericordia e crescere nella virtù. Scrivere ogni tanto i nostri pensieri, sentimenti e desideri, mettendoli sotto il Suo sguardo, ci può aiutare in questa consapevolezza.
  • Preparare per incontri speciali con la Sua grazia: a volte le nostre confessioni non portano tanto frutto perché non ci prepariamo bene. La sua grazia ci aspetta sempre nel sacramento ma il terreno del nostro cuore a volte non è pronto per ricevere bene. Può essere utile prendere appunti fra una confessione e un’altra per vedere più chiaramente non solo quali peccati sono più frequenti, ma cosa c’è sotto: perché cado in questo modo? Cosa sto cercando veramente? Dove è Gesù in tutto questo? Possiamo fare una cosa simile se parliamo ogni tanto con una guida spirituale: prendere nota di cosa sta facendo Dio nella mia vita per poterlo condividere con chi mi accompagna spiritualmente
  • Far  memoria della mia storia di salvezza: non dobbiamo fare l’esegesi del nostro quaderno spirituale, ma può essere utile ogni tanto tirare fuori queste pagine che abbiamo scritto per poter ricordare come Dio ha agito nella mia vita in un determinato periodo. Per esempio, alla fine di ogni mese puoi magari prendere un’ora di Adorazione per guardare quello che ha fatto Dio per te in quest’ultimo mese. Oppure alla fine dell’anno, prendi una mezza giornata di ritiro per sfogliare le pagine del diario, lodando Dio per la Sua fedeltà.

Ci sono tanti altri modi per usare questo strumento. Ma ricordiamoci: alla fine, un’unica cosa è necessaria: passare del tempo con il Signore per crescere nell’amicizia con lui. Siamo fatte per stare in comunione con Lui e questo avviene attraverso l’intimità di parole e gesti condivisi nel tempo. Una volta ho sentito questa frase da un sacerdote e mi colpisce ancora tanto: l’unica preghiera che non è buona è la preghiera a cui non ti presenti. Rinnoviamo la nostra fiducia in Dio e chiediamo la grazia di stare con Lui con un cuore aperto.

Proposito Concreto:

Questo mese mi impegno a tenere un quaderno spirituale con una modalità adatta al mio carattere. Se lo utile per il mio cammino, lo posso continuare; se questa esperienza non porta frutto, posso semplicemente chiedere la grazia di tenere aperto il mio cuore agli strumenti che il Signore ha in mente per la mia crescita spirituale.

La meditazione di questo mese è di Ruth Kuefler

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